L’ex presidente dell’UEFA, oggi presidente della FIFA, Gianni Infantino è nell’occhio del ciclone. Da qualche tempo, infatti, Wikileaks, portale dedicato alla divulgazione di materiale top secret, ha messo in giro alcuni documenti che hanno dimostrato alcuni comportamenti “molto poco professionali”, ecco.
Questo scandalo ha fatto il giro del mondo e Infantino è stato costretto ad uscire allo scoperto. Lo ha fatto oggi, rilasciando un’intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole: «Trovatemi qualcosa d’illegale nelle carte che accusano me e la Fifa. Non è neanche stato violato un regolamento. Ho letto articoli molto critici ma pieni di inesattezze e scorrettezze».
E poi ancora: «Sono figlio di immigrati italiani, sto cambiando la Fifa, forse qualcuno non era abituato… Si dimentica che la Fifa era clinicamente morta, ora sta bene ed è diventata trasparente. Per non parlare del lavoro che stiamo facendo sui trasferimenti dei giocatori: lì, quando si cerca, spunta sempre qualcosa». Chi vuole intendere, intenda.
L’allora presidente dell’UEFA Infantino pare abbia aiutato PSG e City a non ricevere sanzioni dal ffp. Ovviamente, si è difeso anche su questo: «Mi dice come avrei potuto? Intanto era il mio lavoro parlare con i club, tutti, per trovare un accordo. Su 30 indagati, soltanto 2 non hanno raggiunto un “settlement”: uno russo e il Milan reintegrato dal Tas. Ecco il secondo punto: non decidevo io, non potevo farlo né per cambiare le carte, ma la commissione. Poi c’è l’appello. City e Psg hanno avuto multe di una ventina di milioni». Quindi, secondo lui, non c’è stato alcun aiuto ai due club che spendono e spandono ogni estate.
Infine, una parola sul Mondiale per Club e sulla poca trasparenza sui fondi: «Si dimentica che esiste già, che la Fifa vuole renderlo più interessante e che è l’unica a poter organizzare tornei internazionali. Sarebbe utile contro la Superlega, un progetto che esiste, lo sappiamo bene: oggi quei tornei estivi, totalmente privati, sono preludio inevitabile alla Superlega. Ma non redistribuiscono i soldi nel sistema. Noi rispetteremo la solidarietà e vogliamo che Champions e campionati non scompaiano».