Home » Skriniar, parole importanti sul futuro: “Rinnovo? Vi spiego” (GdS)

Skriniar, parole importanti sul futuro: “Rinnovo? Vi spiego” (GdS)

Skriniar, parole importanti

Skriniar è senza dubbio l’uomo del momento in casa Inter. Negli occhi dei tifosi, infatti, c’è ancora la prestazione dello slovacco sfoderata contro il Barcellona a San Siro. Una prestazione leggendaria, così come sono stati leggendari i suoi uno contro uno con Dembelé e Suarez vinti, la stragrande maggioranza delle volte, dal 37 nerazzurro.

Ieri il difensore ha parlato a Inter Tv e le sue parole sono state riportate oggi dalla Gazzetta dello Sport. Eccole: «La mia prestazione col Barça? Non ho fatto niente di speciale, difendere la porta è
il mio lavoro. Mi manca il gol, ma sento che sta per arrivare». Già perché, nonostante sia un arcigno difensore, nella passata stagione si è fatto sentire anche in zona gol.

Al termine di essa furono ben 4 i gol messi a segno da Milan nelle 38 partite disputate. Quest’anno un paio le ha saltate, vuoi per il turnover, vuoi per alcuni problemi fisici. Inevitabile che gli venisse posta la domanda sul rinnovo. Lui ha risposto così: «Rinnovo? Sempre allo stesso punto, parleremo quando ci sarà più tempo, ma i tifosi possono stare tranquilli». Se lo dice lui…

Che feeling con De Vrij

Skriniar e De Vrij si sono fusi e hanno creato un muro difficilmente valicabile. Nelle 11 partite di campionato, infatti, con l’aiuto di Miranda, hanno concesso appena 6 reti. Risultato? Migliore difesa del campionato. Rendimento straordinario frutto anche del feeling che è nato tra i due che, ricordiamo, hanno cominciato a lavorare insieme solo pochi mesi fa.

Lo ha rivelato lo stesso De Vrij a Sky: «Milan è fortissimo, ci troviamo molto bene e dividiamo anche la stanza in ritiro. Miranda ha esperienza e poi c’è anche Ranocchia, siamo ben amalgamati. Handanovic? Un perfezionista». Infine un pensiero su Spalletti: «Spalletti prepara benissimo le partite e fa le scelte per il bene della squadra. L’esclusione con la Lazio? Mi ha spiegato il motivo, alla fine è lui il capo».