Chirico lasciate perdere, Mourinho e l’interismo non sono roba per voi

 

E finalmente anche Marcello Chirico scrisse il suo pensiero sul gesto beffardo di Josè Mourinho allo Juventus Stadium mercoledì scorso. Lo fa riprendendo i soliti argomenti, da Calciopoli al Triplete, dalla sfortuna della Juve all’interismo dello Special. Per chiudere poi con un “ ride bene chi ride ultimo” assai rischioso, visto il protagonista del suo editoriale.  E’ difficile trovare nel mondo dello sport un rapporto più elettrico di quello tra Josè Mourinho e i sostenitori juventini. Una battaglia combattuta con armi del tutto diverse, l’astio malevolo e feroce da una parte, l’ironia e la capacità di mandare fuori di testa gli interlocutori dall’altra. La logica dice che, in un mondo ancora un tantino razionale, l’ironia avrà sempre la meglio sull’ostilità. 

Se poi il fioretto dialettico o comportamentale è impugnato da uno come Josè non c’è partita. Gli piace vincere facile, diceva la pubblicità, e lui ha riempito gli stadi di tutta Europa con le vittime della sua abilità di comunicare, di portare la gente dalla sua. Media e social traboccano di commenti sul suo gesto allo Juventus Stadium. Risposta umana a due ore di ingiurie ha spiegato il diretto interessato. In quella mano all’orecchio c’è la sua vita condotta in trincea, c’è la sua altezzosità di considerarsi, spesso a ragione, più forte di tutto e di tutti, c’è il rispetto orgoglioso di sé stesso, del proprio ruolo di manager, del suo lavoro e dei suoi valori, sportivi e personali. Per questo molti osservatori, anche dichiaratamente vicini al club bianconero hanno assolto lo Special, primo tra tutti Alex Del Piero.

Ma c’è una riflessione in più da fare, da cui la gran parte degli osservatori si sono astenuti, quelli di dichiarata fede bianconera in primis. Ovvero tentare l’analisi delle ragioni delle ingiurie piovute su di lui come uno tsunami. La stupidità è scontata, il Triplete nerazzurro che da 8 anni avvelena ogni giorno, ogni ora che Cristo mette in terra per ogni tifoso bianconero pure.

Per arrivare alla risposta occorre però rispondere ad una domanda ancora più a monte: chi è Mourinho per gli Interisti? E’ di certo colui che ha messo il sigillo sul momento più glorioso della storia nerazzurra. Ma non è soltanto questo. E’ il simbolo più vero e tangibile della vittoria, dell’orgoglio ritrovato dopo anni di ingiustizie subite. E’ la vicenda umana prima che sportiva di un uomo che ha creato un legame emotivo indissolubile tra sé ed il mondo nerazzurro. Una simbiosi che dal 2010 in poi è assurta all’empireo dell’ extra normalità. Un legame fatto di sensazioni emozionali e passionali straordinarie anche se si è distanti migliaia di chilometri, anche quando lo Special siede su panche avversarie. Da quel 2010, un po’ di tutto quel che ha fatto lui gli interisti lo sentono un po’ loro. Ed al contrario lui continua a sentire ancora un po’ suo tutto quel ancora oggi succede in casa nerazzurra.

Queste emozioni, questi rapporti ed il modo in cui sono vissuti stanno nel DNA degli interisti, sono ciò che ci rendono diversi da tutti. Anche alla faccia dei budget e della ricerca della vittoria ad ogni costo. Per questi motivi, caro Marcello, non ci sarà nessuna risata che potrà mutare il rapporto tra gli interisti e Josè. Ergo, non solo del Triplete, ma anche di questo legame simbolico soffrono maledettamente a Torino. O meglio, dell’invidia per la mancanza di un rapporto così intenso e viscerale con qualcuno del loro mondo. C’è da capirli, visto che quando si parla di legami la prima cosa che viene in mente alla gran parte dei tifosi bianconeri sono le due puntate di Report.