(Inter News) “Oggi ha inizio una Nuova Era per il nostro Club. L’Inter e` sinonimo di gloria, di vittorie e di storia. Per milioni di persone in tutto il mondo l’Inter e` una passione e una fede”…ll nostro obiettivo e? ricostruire l’Inter su basi solide, con una visione a lungo termine, e fare dell’Inter il club piu? moderno, piu? innovativo e piu? vincente al mondo. Al tempo stesso, vogliamo continuare a enfatizzare i valori, le tradizioni e il DNA del club, un’eredita? unica che la famiglia Moratti ha lasciato a questo Club”
Con queste parole Steven Zhang esordì qualche giorno fa davanti ai microfoni di tutto il mondo nella nuova veste di Presidente dell’Inter. Storia, valori, Dna, passione, fede, tutti termini usati da Zhang giustamente con grande enfasi perché il futuro del club non è fatto solo di bilanci. I numeri parlano la lingua fredda e logica della gestione, le società di oggi sono prima di tutto aziende commerciali e come tali vanno gestite. Ma anche l’amministratore delegato più attento e capace sa che senza la componente umana ed emotiva legata alla passione sportiva nessun club va da nessuna parte.
La logica di tanti tifosi nerazzurri, probabilmente la maggioranza, non vede di buon occhio un passo che molti danno fatto, l’arrivo in Corso Vittorio Emanuele di Beppe Marotta.
C’è un flash, un’immagine recentissima che riassume in sé tutti i motivi per cui Marotta è incompatibile con l’Inter e con tutti i concetti espressi da Steven Zhang. E quella in cui appare trionfante nello spogliatoio bianconero dopo l’ultimo scudetto vinto, mentre indica con grande soddisfazione il 36mo scudetto. Solo quella bottiglia dice 36, gli annali del calcio dicono altro.
La nostra storia parla di vittorie storiche e di sconfitte cocenti ma sempre avendo come stella polare il rispetto delle regole. Nel suo excursus bianconero, Marotta ha applicato alla perfezione una celebre frase di Warren Buffet secondo cui “la prima regola è di non perdere. La seconda regola è di non dimenticare la prima.”
Premesso che vincere piace a tutti, vincere tanto ancora di più, la cultura della vittoria ad ogni costo non fa parte del patrimonio genetico nerazzurro.
Angelo Moratti, Beppino Prisco, Massimo Moratti, Giacinto Facchetti hanno resa grande l’Inter avendo sempre davanti agli occhi un modello fatto di trasparenza, di onestà culturale ed intellettuale, di generosità e solidarietà. Parole che per gli interisti valgono almeno quanto le voci di bilancio. Questo è il nostro DNA, per questo siamo diversi, orgogliosamente diversi da tutti gli altri.
Sono i valori che hanno segnato la nostra storia, quelli che ci hanno accompagnato dall’atto dei padri fondatori al ristorante L’Orologio il 9 marzo 1908 fino ad oggi. 110 anni, sempre a testa alta, con la schiena dritta, magari sconfitti ma mai asserviti, mai condannati, mai proni a compromessi indegni dei nostri colori.
Stiamo tornando a concorrere per vincere, torneremo a vincere, ne siamo sicuri. Anche perchè la dirigenza attuale ha dimostrato di essere all’altezza delle aspettattive ed i tifosi sanno che Zhang non tradirà l’impegno preso con la gente nerazzurra. Suning può, dovrà farlo senza snaturare, senza tradire la nostra storia, con cui Beppe Marotta non ha niente in comune.