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Spalletti, parole importanti: “Ho sbagliato, ma…” (GdS)

Spalletti, le sue parole

Il tecnico dell’Inter Luciano Spalletti ieri ha partecipato ad una cena da lui organizzata con gli Inter Club toscani, i cui proventi andranno all’Associazione Neri-Ferramosca. Questo evento benefico è stato l’occasione per tornare nuovamente sulla clamorosa sconfitta di Bergamo, e ciò che ha detto il tecnico nerazzurro è estremamente importante.

Ecco le sue parole riportate dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport: «L’analisi parte da me, se ho fatto il mio lavoro in maniera corretta. E in base a come è andata vedo scelte sbagliate, il risultato della partita dice questo. Poi però va anche tenuto conto dell’emotività, del dispendio mentale e fisico di martedì che ha pesato per noi come per il Barcellona, che ha fatto una prestazione al di sotto del suo solito livello».

Già perché domenica, i catalani, hanno perso in casa contro il Betis Siviglia 3-4, Un risultato pirotecnico, tanto simile a quello subito dai nerazzurri a Bergamo. Giocare due competizioni, per una squadra come l’Inter, è assolutamente deteriorante. Non ci sono riserve all’altezza dei titolari, quando cambi quindi hai garanzie su quello che succederà.

“Ci sono ancora blackout”

La sconfitta di Bergamo ha fatto ricordare ai giornalisti italiani i famosi blackout di cui era vittima la prima Inter di Spalletti, quella dello scorso anno. Il tecnico nerazzurro, a tal proposito, la pensa così: «Dopo questo filotto di partite avevamo abituato i nostri tifosi ad un comportamento differente. Ma questa partita dice che i nostri blackout si sono diradati, non sono scomparsi. Ecco, rimane questo difetto e dobbiamo impegnarci e metterci l’anima per migliorare. Va analizzato soprattutto quello che fai te, non quello che fanno gli altri. E noi potevamo fare di più».

Infine, una dolorosa ammissione: «Il confronto da dove siamo partiti e cosa stiamo facendo ha un valore. Cercheremo di migliorarlo per dare ai tifosi una squadra con un carattere definito in cui riconoscere il marchio Inter. Rispetto alla Juve siamo partiti troppo indietro e abbiamo fatto poco percorso per colmare il gap; il Napoli ha lavoratotre anni con Sarri e lo sta facendo anche ora. Questione di mentalità acquisita a livello strutturale, caratteriale, ambientale, di abitudine».