Dopo la sosta per le Nazionali e alla vigilia di Inter-Frosinone, primo di una serie di impegni a dir poco probanti, Luciano Spalletti risponde alle domande dei giornalisti presenti al Suning Training Centre, nella consueta conferenza stampa pre partita.
Inizia un tour de force di partite. Questa forse è l’unica che dipende veramente dall’Inter: si aspetta un salto in avanti ulteriore?
“Non la metterei su questo piano. Diventa fondamentale il fatto che venga presa in seria considerazione l’importanza di questa vittoria, ma non è più facile delle altre. Questa è la prima del pacchetto di gare difficili. Ci giochiamo una fetta importante del futuro. Non ci deve essere una crescita solo in funzione di alcune partite. Dobbiamo considerare qualsiasi avversario ci sia davanti. Una squadra seguita come l’Inter crea ulteriori stimoli agli avversari. Di conseguenza in queste gare li troviamo ancora più forti. Non c’è un atteggiamento per una squadra o l’altra. C’è l’atteggiamento da Inter”.
Marotta cosa porterà? Se Sabatini era Springsteen, lui chi è?
“Aspettiamo i segnali della società e del presidente. C’è una trattativa che è un pezzo avanti ma il presidente sta tornando dalla Cina e ci dirà quelle che sono le cose che possiamo usare di questa vicenda. Come ho già detto lui è un trequartista che gioca tra le linee, sa quando andare di là e quando venirti incontro e fare squadra. E’ stato in tutti i livelli di squadre del nostro campionato, i suoi risultati e le vittorie che ha portato a casa parlano da soli”.
Quanto le prossime tre trasferte in programma dopo il Frosinone peseranno sulla gara di domani?
“Peserà in funzione della corretta dinamica dei metri da fare per i calciatori in gare così ravvicinate. Non è tanto quel che scelgo o che sta fuori, è il cumulo dei metri da fare in queste gare oppure il fardello di pressioni dal punto di vista emotivo di dover vincere tutte queste partite che ti mette nelle condizioni di dover tirare il fiato. Chi verrà scelto si equivale, abbiamo composto una rosa per giocare tutte le partite al massimo e poter vincere”.
Nainggolan è reduce da un infortunio. Domani partirà dall’inizio? Keita verrà impiegato?
“La condizione fisica di Nainggolan è ‘estrosa’, mai normale. Lui anche in 10′ ti può dare l’impennata alla partita perché ha delle vampate nel suo modo di giocare. Ora è completamente recuperato per cui è anche uno che non sente molto la fatica. Averlo a disposizione ci fa molto piacere. Keita è un calciatore con il timbro top, ha convinzione e sfacciataggine di proporsi contro ogni avversario in ogni momento della gara. Ma come dicevo bisogna stare attenti al pacchetto di partite e valutare chi può essere meglio in una o nell’altra per le caratteristiche che hanno. Sia i nazionali che sono tornati, sia chi è rimasto alla Pinetina è in condizione di poter giocare”.
Chi può adattarsi a esterno basso oltre ai due disponibili?
“Per la difesa a quattro oltre ai due disponibili attuali, D’Ambrosio e Asamoah, non ce ne sono moltissimi perché si tratta di difendere in campo internazionale in uno contro uno. Col Tottenham ci ha giocato Skriniar, oppure si possono mettere due a tutta fascia. Sennò bisogna adattare un difensore puro. Su Vrsaljko siamo fiduciosi di recuperarlo in poco tempo, Dalbert per mia scelta non può esserci mercoledì ma è un dispiacere perché stava attraversando un buon momento e ha qualità tutte da scoprire per noi e i nostri tifosi, che ancora non l’hanno visto nel pieno della condizione. Mi farebbe piacere potesse esprimere le qualità perché tutti si accorgerebbero del giocatore forte che è”.
Si aspettava un Politano così forte?
“Me lo aspetto anche meglio di quel che ha fatto vedere in Nazionale. E’ stato premiato perché, con la partecipazione di Gagliardini ha fatto questa deviazione di qualità ed estro. Ha potenzialità di metterci ancora qualcosa in più”.
Come ha trovato Icardi dopo il gol con l’Argentina?
“E’ uno specialista della materia. E’ quello che dove pesa di più a livello emotivo sente il pallone più leggero di altri e riesce a metterci qualcosa di suo in base al carattere e alla personalità. In tema di numero di gol ha potenzialità infinite e noi vogliamo metterlo in condizione di potersi esprimere per la sua caratteristica. La cosa altrettanto importante è che si sta dannando l’anima per poter essere di raccordo con la squadra e creare quel fraseggio che gli permette di trovare ancora più spazi in area”.
Per le potenzialità di Perisic è auspicabile aspettarsi di più?
“Dipende da cosa gli si imputa. Che fa vedere poca qualità, che fa questi recuperi di cento metri che ti rimettono a posto tatticamente? E’ chiaro che lavorando a tutto campo è chiamato a una fatica totale e a un supporto completo nei confronti della squadra. A me va bene così perché si trova l’equilibrio della squadra nel suo lavoro e nel pulire qualcosa di scomodo. Quando fai due rientri di cento metri hai meno freschezza per puntare l’avversario. In generale a me va bene così anche se essendo un attaccante esterno questo fatto di andare oltre la linea difensiva comporta che si guadagni e si trovi qualcosa. Se lo si fa tornare due volte meno di chiudere sul terzino, quelle due volte le può usare in attacco”.