All’uscita di Nainggolan, più di qualche interista ha storto il naso quando, al posto del belga, ha fatto il suo ingresso sul terreno di gioco Borja Valero. Molti ce l’hanno con lui per l’età, per la passata stagione non proprio esaltante: insomma, non è il classico calciatore che definiresti idolo dei tifosi. Invece grazie a lui l’Inter è cambiata.
Nainggolan, orrenda controfigura del calciatore che tutti conosciamo a causa di diversi acciacchi fisici, ha lasciato il campo nei minuti finali del primo tempo. E’ entrato Borja e la partita è cambiata. Di colpo la squadra allenata da mister Spalletti ha trovato le geometrie giuste, si è fatta più pericolosa, ha cambiato marcia.
Peccato però per il gol di Eriksen nei minuti finali del match, gol che ha demolito le certezze europee di una squadra tornata a testa alta nella Champions League, competizione tanto agognata negli anni post Triplete. Ora bisognerà tifare Barcellona, quel Barcellona che ha buttato fuori i nerazzurri nel 2003, quel Barcellona che nel 2010 si oppose con tutte le sue forze all’Inter di Mourinho, quel Barcellona che, semplicemente, non deve perdere contro il Tottenham.
Borja Valero, secondo l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, è stato il migliore in campo. Ecco la sua pagella: “Tocchetti e randellate, perché su un terreno così ci vuole un po’ di tutto. Calato alla perfezione dentro la partita, con lui è un’altra Inter. Serve a Perisic un pallone d’oro. Unico neo: perché non ha tirato a fine primo tempo?”.
Già, perché non ha tirato? Perché non ha allargato la palla per l’accorrente Perisic invece di tentare l’ennesimo dribbling? Inutile piangere sul latte versato, ora la testa deve andare ai prossimi impegni che vedranno i ragazzi di mister Spalletti impegnati contro la Roma prima e contro la Juventus poi. Solo dopo si penserà al PSV, con la testa a Barcellona…