Inter reale e Inter potenziale: la doppia faccia di chi non osa
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Potenziale ok, ma va espresso
Inter reale e Inter potenziale. A mente fredda posso dirlo: se fossi uno scommettitore, sarei stato non da oggi parecchio pragmatico nel scegliere un match su cui puntare perdente l’Inter. Quello di Mercoledì 27 Novembre, a casa del Tottenham, lo percepivo fosco in anticipo, e non è la prima volta. Da sportivo, anche se tifoso, dico che l’Inter vista a Londra non è ancora squadra che può giocarsela con quelle rivali. Se escludiamo la valutazione sul potenziale, è indubbio che serve qualcosa in più. E per ora possiamo solo dire che la strada è lunga ma dovrebbe essere quella giusta. Il potenziale va espresso concretamente sul campo, lasciarlo sulla carta offre spazio solamente ai sogni ed alle illusioni. Vorremmo veder svanire presto l’immagine sdoppiata e persistente di un’Inter reale sotto la quale prende forma, a tratti, quella di un’Inter potenziale, sicuramente più credibile e proficua.
La paura di osare
Chiedo alla squadra: perché non siete sicuri di valere di più di quanto finora mostrato? Perché non guardarsi negli occhi ricordando che avreste potuto essere, anche a Londra, almeno parenti stretti di quelli del derby, che hanno poi battuto la Lazio all’Olimpico? Perché non provare a fare voi quello che, si è visto, temevate potesse fare l’avversario, in ragione di agonismo, reattività, rabbia e determinazione? Un Nainggolan inutilmente schierato dall’inizio, visibilmente fuori condizione e poi nuovamente fuori causa, non basta a giustificare quella paura di osare che tutti abbiamo intravisto scorrervi nelle vene.
Eppure il Tottenham, con tutto il rispetto, squadra temibile ma non paragonabile al Barcellona, al Real (nemmeno ora) o al Bayern, non poteva avere tutte quelle credenziali. Ma voi gliele avete regalate, con un atteggiamento timoroso, contemplativo, nell’assistere alle scorribande inglesi senza tentare repliche di pari vigore almeno agonistico. Se davvero credevate in quello che avete dichiarato nei giorni precedenti, dovevate darne prova giocandola a petto in fuori. Era l’unica condizione praticabile per indurre un minimo di soggezione in avversari che, da sempre, hanno il vigore agonistico nel loro DNA .
Spalletti, quell’essere troppo filosofi
Inter reale e Inter potenziale. In soggezione eravate invece voi, incapaci di drizzare schiena e orgoglio e di rinunciare al continuo giocare all’indietro. Chiaro indizio di insicurezza, e al Tottenham lo capiscono al volo, facendone una delle armi per battervi. Non so se sono tattiche concordate, ma vedo in Spalletti una caratteristica poco utile ai fini dei risultati. Quell’essere troppo filosofi e dilungarsi in articolate argomentazioni tecniche, per esprimere concetti che ad altri riesce di illustrare in metà del tempo, rivela una tendenza ad esaltare teorie più astratte che pratiche.
Un allenatore, per quanto preparato ed esperto, all’Inter deve entrare in una dimensione d’assalto, impeto e aggressività per portare a risultati continui, non a intermittenza come ora. E quelle parole… “Il Barcellona ha una fila di vittorie in casa che non può andare a sciupare contro il Tottenham” sembrano banalmente scontate. Mi auguro, però, che non siano un segno di resa in omaggio alla speranza. Si poteva evitare, a 10′ dal termine, quella sbandata difensiva che ha portato Eriksen a segnare un gol troppo facile, in perfetta solitudine. 5 maglie nerazzurre che danzano attorno a Sissoko quasi fossero ad attendere una staffetta; osservando il passaggio a Eriksen che arriva solitario sulla sinistra della difesa contemplativa. No, ragazzi… dovevate saltargli addosso, esattamente come avrebbero fatto i gobbi!
Serve qualcosa in più
Inter reale e Inter potenziale. Serve qualcosa da imparare, per quelli che non si chiamano Borja Valero. Proprio da lui, che era considerato poco utile alla dinamicità del gioco, è venuto un buon esempio di come sopperire alla carenza atletica proponendo calma e ragione. Laddove non arrivo con le gambe, devo arrivarci con la testa, questo è uno dei principali ingredienti da usare in una partita dove l’avversario ti sovrasta sull’agonismo e sulla velocità. B.Valero è stato infatti il migliore in campo per l’Inter, e non perché era troppo facile sostituire un Ninja inceppato.
Piuttosto, per aver dimostrato di saper azionare doti a compensazione di una prestanza fisica e atletica non esigibile alla sua età, e per le sue caratteristiche. Non è il caso di altri, purtroppo. Come Perisic, nel quale per ora spicca solo l’incostanza: brillante in nazionale, compassato in nerazzurro. E a Roma, troveremo una squadra pericolosa perché in crisi, sia di risultati che di giocatori basilari infortunati, ma pericolosa (per se stessa) lo sarà anche l’Inter. Perché se va ad affrontare una partita con addosso le scorie della delusione londinese, rischia di veder ancora una volta correre l’avversario senza pensare sia il caso di ostacolarlo. Eventualità inaccettabile per la tifoseria interista.