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Inter, l’ennesimo miracolo di Spalletti: che trasformazione (TS)

Inter, che miracolo!

Solo a gennaio sembrava un calciatore sul viale del tramonto, destinato a dover abbandonare il calcio che conta per ripiegare su mete più “esotiche”. Undici mesi dopo, nulla di tutto questo è accaduto anzi, oggi è uno dei calciatori più in forma dell’Inter. Stiamo parlando, ovviamente, di Joao Mario.

Il portoghese, oggetto misterioso del primo mercato targato Suning, grazie al superbo lavoro di Spalletti, si è ritagliato un importante spazio da protagonista negli ultimi mesi. Il tutto grazie alle sue prestazioni, sempre più convincenti e sempre meno inconcludenti. E proprio di questo parla Tuttosport in edicola oggi.

Joao Mario è stato attaccato pesantemente nel corso delle passate stagioni a causa delle sue prestazioni “molli” e molto poco efficaci. Da qualche partita a questa parte invece ha cominciato a gestire palla magistralmente, ad inserirsi e a sfornare assist ai comagni. La ciliegina sulla torta, il gol segnato nel recupero di Inter-Genoa, gol che lo ha riavvicinato definitivamente alla tifoseria interista, con la quale ha avuto alcuni screzi in passato.

Altra scommessa vinta da Spalletti

Joao Mario è solo l’ultimo dei “miracoli sportivi” compiuti da mister Spalletti. Grazie al tecnico toscano, l’Inter può contare su una diga davanti alla difesa come Marcelo Brozovic, tirato giù dall’aereo per Siviglia che lo stava per strappare alla società nerazzurra in cambio di quel Correa che alla Lazio non sta poi facendo così bene.

Ha lanciato Skriniar, rendendolo di fatto uno dei centrali difensivi più forti del mondo. Sta lanciando anche Politano, accolto con scetticismo dal popolo nerazzurro, poi conquistato con prestazioni di livello in campo. Infine, sta trasformando Mauro Icardi nel prototipo di centravanti moderno: oltre a segnare a valanga, infatti, ultimamente sta giocando tanto con la squadra, aiutandola a salire. Insomma, se l’Inter è tornata l’Inter, il merito è soprattutto di Luciano Spalletti, checché ne dicano i critici.