Inter: Mourinho, ma non avevi altro da fare? Come cambia il Natale degli interisti

Dunque lo Special è con le ruote a terra, che sia stato lui a fermarsi o lo United a dargli lo stop poco importa. Quel che è certo è che se Spalletti aveva già diversi grattacapi cui badare da oggi ne avrà uno in più. Il profilo tenebroso dell’Immenso torna a volteggiare su San Siro, sulla Pinetina, sulle case e nelle teste di tutti i tifosi, riaprendo dibattiti e ferite mai rimarginate.

Fino a che Josè è stato il titolare della panca del Manchester nessun problema per nessuno. Anzi forse per qualcuno si, per la Juventus e per i suoi tifosi, costretti ad assistere agli show irridenti di Josè due volte in pochi giorni. Ma ora che è libero il dilemma inizierà (rectius, ha già iniziato) a rodere come un tarlo maligno: torna o no Josè, è giusto che torni o no? Poteva evitarci questi mal di pancia se davvero vuol bene all’Inter e alla sua gente, come da sempre sostiene. Poteva scongiurare questo rodimento, poteva starsene buono oltremanica ad allenare chi voleva.Invece no, che Mourinho sarebbe senza un colpo di scena ogni tanto? Solo che questa volta il colpo lo rifila a tutti gli interisti che passeranno il Natale ad affettare arrosti , panettoni e ricordi, a giocare a tombola con le nonne e con le immagini del triplete, che commuovono ancora molti più di ogni canzone natalizia.

Senza Mourinho free gli interisti nei dibattiti post pranzum si sarebbero accapigliati per i rigori negati con il Sassuolo e con il Parma, sulle effettive capacità di Spalletti di condurre la nave, sul sonno di Perisic che non pare terminare neanche con il frastuono delle zampogne, su Lautaro che poteva giocare a Londra e magari anche a Roma.

E invece…Un piatto di tortellini e la sua corsa nel gelo di Kiev, un fegatello e l’immagine di Josè ammanettato contro gli arbitri, un’insalatina di contorno e la sua volata in mezzo al Camp Nou, due ricciarelli e lui che fa esplodere il Meazza nel derby incitando il pubblico da capo popolo consumato. Questo è il Natale che si prepara nelle case degli interisti. Secondo un teorema molto conosciuto in Italia Josè non poteva non sapere, dunque viene il dubbio che l’abbia fatto apposta, rientra nel personaggio.

Mourinho per gli interisti è come e più del presepe e dell’alberello, riscalda il cuore dei grandi come Babbo Natale quello dei piccoli, ma non è una tradizione è un legame di sangue. Ma è giusto che quel legame resti avvinghiato ai quei ricordi meravigliosi, che nessuna avventura possa scolorire quelle immagini. Il futuro dell’Inter ha le fondamenta nel passato e Josè è stato l’architetto di un capolavoro irripetibile.

Un suo ritorno avrebbe un fascino enorme ma rischi ancora più grandi. Ci spingerebbe tutti alla Malpensa ad aspettarlo per intonargli il suo, il nostro coro di una volta perché al cuore non si comanda. Ma la ragione dice altro, dice che ritorno al futuro è uno splendido film da vedersi ora sui divani di casa, non al Meazza. La macchina del tempo resta prerogativa del Doc con i capelli a pazzo, non di un nobiluomo portoghese che avrà sempre in mano le redini delle aorte degli interisti. Dio solo sa quanto vorremmo, ma non sarebbe la cosa giusta per lui, per noi, per l’Inter.