In questi giorni è tornata all’attenzione dell’opinione pubblica una vicenda che anni fa coinvolse in maniera drammatica un tifoso nerazzurro. Virgilio Motta fu assalito con altri tifosi dell’Inter da un gruppo di ultras rossoneri in un derby del 2009. Una vicenda nata per uno striscione che impediva la visuale e che venne tirato giù dagli interisti situati nel primo anello blu. Non erano ultras, erano gente normalissima, famiglie, bambini.
Una vicenda drammatica, perché Virgilio Motta in quell’aggressione perse l’ occhio sinistro, per sempre.
Per quei fatti 6 ultras rossoneri furono condannati per lesioni aggravate e rissa. Il giudice riconobbe a Motta un indennizzo di 140 mila euro. Con quei soldi Virgilio voleva andare all’estero ad operarsi per cercare di recuperare la vista. Ma la giustizia sentenziò che gli imputati erano da considerare nullatenenti. Caduto in depressione, Virgilio Motta morì suicida nel 2012.
Tra i responsabili dell’aggressione uno dei capi ultras storici del Milan, Luca Lucci, invischiato recentemente anche in altre faccende finite in Tribunale. Proprio lui compare in una foto pubblicata dai maggiori organi di informazione mentre il Vice Premier e Ministro dell’Interno Salvini lo saluta calorosamente durante i festeggiamenti per il 50mo della Curva rossonera.
A chi gli ha chiesto conto di quell’atteggiamento Salvini ha risposto “sono un indagato tra gli indagati”.
Non ci importa della politica, proprio per niente. Per questo, per evitare polemiche e strumentalizzazioni, vogliamo solo riportare le parole scritte dalla figlia di Virgilio Motta.
“Mio papà non se n’è andato invano, ma se n’è andato per dimostrare a tutti che questo paese può essere bello quanto volete ma quando ne hai davvero bisogno non è quasi mai presente. Ci sarò sempre per ricordarlo”.
Un interista che non c’è più, ancora una volta vilipeso da uno Stato che non c’è mai stato.
Nelle ultime ore Salvini ha preso le distanze dicendo “non sapevo chi fosse”. Quando si dice che il rimedio è peggiore del male…
(Inter News)