(Inter News) Con l’arrivo di Beppe Marotta le dichiarazioni di circostanza si sono sprecate. “Aiuterò Ausilio, è in gamba lo conosco bene, sarà come con Paratici alla Juventus”. Queste in sintesi le parole del nuovo Ad della parte sportiva a proposito del DS nerazzurro Piero Ausilio. Ruoli diversi certo ma fatalmente destinati ad incontrarsi, soprattutto in tema di mercato e gestione dei giocatori.
Ausilio ha dimostrato di sapersi muovere bene in tempi di ristrettezze economiche legate ai paletti del FFP. Ora i vincoli europei stanno per chiudere i loro effetti, forse per la prima volta da anni l’Inter potrà condurre un mercato almeno alla pari con gli altri competitors. Se così non fosse, sospettare che Marotta avrebbe preso altre strade sarebbe più che lecito.
Ma l’ex dirigente bianconero arriva con i crismi dell’unto da Suning e portandosi dietro il bagaglio di vittorie torinesi. Al contempo Ausilio rischia di impantanarsi su due firme attese da troppo tempo dai tifosi, quelle sui rinnovi contrattuali di Skriniar e Icardi.
Altri due vasi di ferro, perché in queste vicende il coltello dalla parte del manico è quasi sempre nelle mani di giocatore e procuratori, il cui potere di ricatto è ben noto quando si è in presenza di giocatori giovani e di primissima fascia, dunque più che appetibili da ogni altro grande club europeo.
In mezzo a tanto ferro, l’unico vaso di coccio che rischia di rompersi è proprio Piero Ausilio come ben osserva oggi Tancredi Palmeri, nel Live Show di RMC Sport. “E’ la prima volta che Ausilio fa gestione di squadra a questo livello. Sono stati anni di piccolo cabotaggio, ora si ragiona da grande squadra e quindi ci sarà un’altra maniera di agire. Ora attenzione: la cifra offerta ad Icardi è ferma da sei mesi, sta facendo troppo rumore ora il suo rinnovo.
Anche quello di Skriniar, ma si discute su 500mila euro. Va Dijk è stato pagato 80 milioni, lui vale quella cifra. Icardi può non valere i 180 milioni di Mbappè, ma ha segnato tanto e varrà tanto. Ora la credibilità di Ausilio è sotto osservazione. Non è mai stato in queste acque, Paratici sì, Leonardo nel Milan sì, Monchi nella Roma sì, Giuntoli sì. Se non riuscirà a gestire bene queste situazioni, sarà il primo a cui chiedere conto”.