Il concetto di “what if player”, molto in voga nel mondo del basket, soprattutto nell’NBA, può trovare la sua applicazione anche nel mondo del calcio. Per dire, cosa sarebbe stato Giuseppe Rossi senza gli infortuni alle ginocchia? Cosa sarebbe stato Adriano senza la depressione? Proprio di lui parleremo oggi o meglio, parlerà lui: parlerà “il calciatore che tira bombe a mano”.
Da qualche tempo le bombe a mano non le tira più, ma il suo sinistro nell’immaginario collettivo degli appassionati di calcio rimane uno dei più forti: memorabile la traversa colpita in Inter-Palermo, con la palla che, rimbalzando su di essa, arriverà fino al centro del campo. Oppure la punizione con la quale stese il Real Madrid e con cui si fece conoscere al mondo.
Adriano ha parlato a Dazn e oggi la Gazzetta dello Sport ha riportato le sue parole. E’ un fiume in piena di ricordi: «So quanto ero forte, so che facevo cose importanti in campo. Non mi rendevo conto all’inizio di essere in Italia, all’Inter. Ricordo che osservavo tutti nello spogliatoio, da Seedorf a Materazzi. Ricordo anche che Ronaldo mi ha accolto benissimo, addirittura a casa sua. Vivevo in albergo, poi lui mi ha chiesto se volessi trasferirmi da lui: fu bellissimo».
Continua, poi, Adriano a parlare della sua meravigliosa esperienza all’Inter: «A livello sportivo ho vissuto uno spogliatoio di fenomeni. Al ivello di vita, Zanetti è stato un esempio, sempre accanto a me specie quando è morto mio padre. Il presidente Moratti, poi, mi ha aiutato tanto, è stato un secondo padre. Lo ringrazierò per sempre per tutto quello che lui e la sua famiglia hanno fatto per me in quegli anni: ogni volta che parlo di lui mi emoziono».
Infine, un pensiero sull’attaccante nerazzurro che, oggi, come lui qualche anno fa, fa battere il cuore dei tifosi: «Il capitano è un grande giocatore ed è ancora molto giovane. Io e lui in campo insieme? Io credo che saremmo proprio una coppia stupenda». Dagli torto… Il resto dell’intervista lo trovate sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport.