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Inter-Napoli, l’incornata del Toro annienta il Napoli. Lautaro fondamentale

Inter-Napoli, sorpresa nelle formazioni

 

 

Moduli confermati nei numeri, – come indicazioni della vigilia-, ma non negli uomini. Spalletti sorprende tutti e, pur affidandosi all’ormai consueto 4-3-3, cambia alcuni interpreti dello scacchiere.

D’Ambrosio viene preferito a Vrsaljko sulla corsia destra, mentre Asamoah, rientrato dalla squalifica, si riprende il posto a sinistra. De Vrij e Srkriniar vanno a comporre la cerniera centrale a protezione di Handanovic.

La vera novità è a centrocampo dove il tecnico di Certaldo preferisce i piedi educati e raffinati di Borja Valero alla garra charrua di Matias Vecino. Completano il terzetto Brozovic, in cabina di regia, e Joao Mario nel ruolo di mezzala sinistra.

Politano, Icardi e Perisic vanno a comporre il tridente scelto per impensierire la difesa partenopea.

Ancelotti sorprende tutti e schiera Callejon nell’insolito ruolo di terzino destro e piazza Allan al fianco di Hamsik in un 4-4-2 dai pochissimi punti di riferimento.

 

 

Primo tempo di marca nerazzurra

 

Pronti via e l’Inter va vicinissima al vantaggio. I nerazzurri battono il calcio d’avvio, ed Icardi calcia direttamente in porta scheggiando la traversa della porta difesa da Meret.

Non si tratta di un fuoco di paglia, gli uomini di Spalletti si lasciano preferire per larghi tratti, attaccando gli spazi e pressando il Napoli, colpito e, forse sorpreso dal veemente inizio dei nerazzurri.

Borja Valero e Joao Mario sovrastano Allan ed Hamsik pennellando giocate artistiche degne del Perugino e del Ghirlandaio. Sicuramente di buon livello, forse artisticamente lontane da quelle di un Buonarroti in stato di grazia, ma altrettanto pregevoli.

Merito di Brozovic, sempre più a suo agio nel dirigere il traffico a centrocampo, e sapientemente capace di guidare i compagni di reparto così come Andrea del Verrocchio amava fare con i giovani artisti della sua pregiata bottega.

E’ proprio Joao Mario ad andare vicino alla rete del vantaggio in ben due occasioni. La prima con un colpo di testa, debole e centrale, la seconda con un destro su assist di Perisic, che si spegne sul fondo.

Il Napoli incassa come un pugile deciso a sferrare il gancio vincente magari nella ripresa, sperando nel calo degli avversari. Il primo tempo partenopeo è tutto in Koulibaly, abile a disinnescare ogni azione offensiva dell’Inter.

 

Ripresa più equilibrata

 

 

Nei primi dieci minuti del secondo tempo è il Napoli a lasciarsi preferire. Nel momento migliore degli azzurri, Spalletti sostituisce Borja Valero, ammonito forse troppo precipitosamente da Mazzoleni ed inserisce Matias Vecino.

L’obiettivo dell’Inter è chiaro. Aumentare il pressing a centrocampo e ripartire in contropiede, magari sfruttando la velocità di Perisic.

A complicare i piani di Spalletti è lo stesso esterno croato, apparso opaco rispetto a quello ammirato nei primi quarantacinque minuti. Sostituzione inevitabile e dentro Keita nel tentativo di creare grattacapi alla ferrea difesa di Ancelotti.

Qualche minuto più tardi entra in campo anche Lautaro Martinez per uno stremato Joao Mario. Saranno queste la mosse che si riveleranno decisive.

 

Koulibaly, espulsione decisiva

 

 

Koulibaly, croce e delizia nel primo tempo e, per larghi tratti della ripresa, pugnala il suo allenatore come Marco Giunio Bruto osò fare con Giulio Cesare.

Il difensore si fa espellere ingenuamente dopo aver mandato letteralmente a quel paese l’arbitro Mazzoleni. Il Napoli, nonostante l’inferiorità numerica va vicinissimo al vantaggio con Zielinski che trova Asamoah pronto ad immolarsi sulla linea di porta con Handanovic praticamente battuto.

E’ l’unica azione pericolosa degli uomini di Ancelotti per tutto l’arco dell’incontro. Quando ormai sembra esserci posto solo per il pareggio, ecco Lautaro Martinez, il Toro, pronto e lesto ad incornare a morte il ciuccio partenopeo.

 

Il Toro incorna il Ciuccio

 

 

Dai piedi di Keita parte l’assist decisivo per Lautaro Martinez. La mezza girata del puntero argentino è armonica e geometrica come le traiettorie disegnate da Brunelleschi. Il pallone si infila dolcemente alle spalle di Meret.

E’ il gol vittoria, la migliore medicina per l’Inter dopo una settimana travagliata cominciata con il passo falso di Verona e proseguita con il caso Nainggolan a tenere banco.

Spalletti ha letto bene la partita, indovinando i giusti correttivi, inserendo nel momento migliore Keita e Lautaro Martinez. Ma sarebbe riduttivo confinare i meriti del tecnico alle sole sostituzioni.

La formazione iniziale con Borja Valero e Joao Mario ha imbrigliato il centrocampo del Napoli, rendendo inoffensivi gli azzurri per sessanta minuti.

Nel momento del calo, che potremmo definire fisiologico e naturale, dei due centrocampisti nerazzurri, ecco venire fuori i conigli dal cilindro. Keita e Lautaro, un’arma letale per un’Inter che ha cercato la vittoria fino agli ultimi istanti di gara.