Contro il Napoli l’Inter è stata brava a pressarli subito alti, andando di fatto a neutralizzare il fastidiosissimo giro palla dei partenopei, che mai come ieri hanno perso tanti palloni. Il merito è stato dei tre attaccanti e di Joao Mario e Borja Valero. Tra i tre attaccanti, il lavoro di Perisic è stato quello qualitativamente migliore, peccato però che sia durato solo un tempo.
Già, perché dopo 45 minuti di buon livello, non secondo tempo è letteralmente sparito. Due passaggi completamente sbagliati sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso per Spalletti, che l’ha sostituito inserendo Keita Balde che ha fatto tutto quello che non è riuscito a fare lui in oltre un’ora di gioco.
Per questo è stato “premiato” come peggiore in campo dalla Gazzetta dello Sport: “Finché Callejon fa il terzino, Perisic sembra scavallare e insinuarsi come ai bei tempi andati. L’ingresso di Maksimovic cambia il panorama: il serbo gli mette la museruola con «dolcezza», e lui scivola nell’inedia. Fantasmatico nella ripresa, sostituito da Keita. Ivan non più terribile… Voto 5”.
Ivan Perisic sta attraversando il momento più buio della sua esperienza all’Inter. Dopo le avvisaglie della scorsa stagione, conclusa comunque con 11 gol e 11 assist, quest’anno è in continua involuzione. Eppure il gol contro il Chievo sembrava averlo restituito a quella che è la sua dimensione, invece dopo 45 minuti è sparito nuovamente.
A questo punto vale la pena chiedersi perché continuare a insistere su di lui? Per Spalletti il motivo c’è ed è anche super valido: «Perisic è un calciatore da fascia, in fase difensiva poi fa cose straordinarie» ha detto ieri nel post partita. Eccolo, quindi, il motivo: l’equilibrio, fondamentale nel calcio moderno. Forse, però, è più importante segnare un gol in più dell’avversario che segnarne uno per miracolo, cosa che troppo spesso sta accadendo.