In esclusiva per la Gazzetta dello Sport, Kevin-Prince Boateng è tornato a parlare della piaga razzismo che ha colpito pure lui. Come molti di voi ricorderanno, nel lontano 2013, durante l’amichevole Pro Patria-Milan, un gruppo di tifosi iniziò a prendere di mira l’allora n°10 rossonero, riservandogli insulti e “buu” razzisti. Infastidito da tutto ciò, il ghanese decise di scagliare una pallonata nella direzione dei tifosi che lo insultavano, abbandonando successivamente il terreno di gioco.
Su quello spiacevole episodio, l’attuale centrocampista del Sassuolo ha dichiarato: “La verità è che da allora non è successo niente. Anzi, ora è tutto più grave. Con me a fare ‘buu’ razzisti furono in 50, a San Siro due sere fa erano in 5 mila, forse 10 mila. C’è qualcosa che non va”. Parole senza dubbio forti che rimarcano ulteriormente il problema razzismo che ancora oggi, quasi nel 2019, spesso domina i nostri stadi.
“Mi sono sentito male per lui. Sono stato male io stesso, per tutti quelli che erano lì e si sono visti costretti ad ascoltare certe cose”. Il difensore del Napoli non è né il primo né (purtroppo) l’ultimo a dover ricevere simili insulti. L’auspicio però è che pian piano qualcosa cambi, perchè qualora questa piaga dovesse persistere, la Serie A rischia di subire pesanti provvedimenti a discapito dei milioni di tifosi per bene.