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Luciano Spalletti ed i nerazzurri hanno archiviato il 2018. Si è trattato di un anno tutto sommato positivo per l’Inter.
L’apice è stato raggiunto con la conquista della qualificazione in Champions League, dopo un testa a testa contro la Lazio.
Il 3-2 nella Capitale rimarrà ben impresso nella memoria del popolo nerazzurro. Vecino si è guadagnato di diritto un posto d’onore nella storia del club.
Con un pizzico di cattiveria in più, forse, sarebbero stati i nerazzurri, e non il Tottenham, a sfidare il Borussia Dortmund.
L’Inter è finita in un girone di ferro, complesso e competitivo. È stata retrocessa in Europa League solo per una rete subita dal Tottenham tra le mura amiche di San Siro.
Contro il PSV bisognava osare di più,- su questo aspetto, non sussiste alcun dubbio-, ma non ci sentiamo, francamente, di considerare l’eliminazione una aggravante nel naturale percorso di crescita della squadra.
Le cadute fanno parte del percorso, purché ci si rialzi tempestivamente e si prosegua senza ulteriori intoppi nel cammino intrapreso.
Esattamente quello che hanno fatto i nerazzurri. Udinese, Chievo, Napoli ed Empoli, dieci punti su dodici disponibili.
Un corposo bottino, buon viatico per dimenticare la cocente eliminazione.
La vittoria sul campo del Castellani,- l’ultima in ordine cronologico-, ha visto la Beneamata concludere il girone di andata al terzo posto della graduatoria.
Che vuol dire, almeno per il momento, qualificazione alla prossima Champions League.
Se tornassimo con la mente ad inizio stagione, e paragonassimo la rosa attuale con quella dello scorso campionato, saremmo tutti d’accordo, o quasi, nell’affermare che la campagna acquisti ha portato ad un globale rafforzamento.
Sono andati via calciatori importanti come Cancelo e Rafinha, ed altri ugualmente importanti sono stati tesserati.
Al di là della bravura di Rafinha, indiscutibile talento, e della componente affettiva,- è un beniamino dei tifosi-, in pochi avrebbero storto il naso all’ipotesi della sua partenza compensata dall’arrivo di Radja Nainggolan.
È il mercato, con le sue infinite variabili. C’è chi va, e chi resta. Spalletti è rimasto al suo posto, confermato,- crediamo si sia trattato di una mossa corretta-, da parte della società.
Il tecnico di Certaldo ha ereditato una squadra in difficoltà ed ha contribuito a renderla importante.
Tornando all’attualità, al presente, e volendo fare riferimento ai numeri,- quelli non mentono mai-, più che rassicurante è il vantaggio dal quinto posto, attualmente occupato dal Milan.
Gli otto punti in più consentiranno ad Icardi e compagni di affrontare il girone di ritorno con la giusta serenità. Guai, naturalmente, ad abbassare la guardia.
Si può sempre fare di più, ma non è una critica. Solo un ulteriore attestato di stima nei confronti di una squadra che ha perso alcuni punti per strada.
Contro Sassuolo, Torino, Parma e Chievo, senza cercare altri peli in chissà quale uovo. Con dieci punti in più, l’Inter sarebbe in una posizione di classifica ancor più invidiabile.
Ma si è fatto molto. Si pensi al recupero di João Mario. Il portoghese era ai margini del progetto tecnico, un separato in casa, vicino all’addio.
Spalletti lo ha aspettato e ne ha fatto un perno del centrocampo.
Si riguardino le prestazioni stagionali di Icardi. L’attaccante argentino fa tanto movimento, anche senza palla. È sempre nel vivo dell’azione.
Spalletti sta contribuendo a renderlo un attaccante completo, di livello mondiale.
Nel calcio moderno sarebbe estremamente riduttivo valutare un attaccante solo in base al numero di reti realizzate.
Gabriel Barbosa tornerà all’Inter nei prossimi giorni. Non esiste certezza sul futuro professionale del capocannoniere del recente Brasileraõ.
Le voci più insistenti provengono dal Flamengo, ma non è detto, nonostante le dichiarazioni di Piero Ausilio, che l’attaccante non decida, d’accordo con il suo entourage, di rimanere a Milano.
Spalletti potrebbe recuperarlo così come ha fatto con João Mario. Le occasioni per mettersi in mostra, dalla Coppa Italia alla Europa League, non mancherebbero di certo.
Sarebbe un peccato perderlo a titolo definitivo e vederlo esplodere con un’altra maglia addosso.
Difficile attendersi il famoso colpaccio nella sessione che comincerà a stretto giro di posta. L’Inter è competitiva, non serve stravolgere la rosa.
Alcune voci di mercato sussurrano di un Miranda in uscita che, difficilmente, si accaserà al Flamengo.
I rossoneri hanno appena acquistato Rodrigo Caio dal Sao Paolo, squadra interessata proprio al centrale nerazzurro.
Occhio al Paris Saint Germain, alla ricerca di un rinforzo per il reparto difensivo. Miranda potrebbe rappresentare il giusto profilo.
In caso di addio del difensore della Nazionale verde-oro, l’Inter potrebbe sferrare l’assalto decisivo a Gianluca Mancini, che tanto bene sta facendo con il nerazzurro dell’Atalanta.
Nonostante ci sia stato qualche passaggio a vuoto, la squadra è tornata a lottare per le posizioni di vertice.
La società si è ulteriormente rinforzata con Beppe Marotta. L’ex dirigente della Juventus metterà la sua pluriennale esperienza e la sua eccellente competenza al servizio dei nerazzurri.
Un’Inter destinata a crescere ulteriormente, sia dentro che fuori dal campo. Il bicchiere può considerarsi mezzo pieno.
In alto i calici, dunque, e sguardo rivolto al futuro, proiettato verso un 2019 che i tifosi nerazzurri si augurano ricco di soddisfazioni e vittorie.
Magari con qualche trofeo da sollevare. Dalla Coppa Italia all’Europa League, c’è solo l’imbarazzo della scelta.