Frank De Boer è stato nominato nuovo allenatore degli Atlanta United FC, club della Major League Soccer fondato nel 2014. L’ex tecnico dell’Inter ha preso il posto di Gerardo Tata Martino, campione uscente. Un progetto tecnico molto stimolante per l’allenatore olandese che vanta in bacheca quattro campionati olandesi ed una supercoppa dei Paesi Bassi.
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Trofei che ha magistralmente conquistato alla guida dell’Ajax. De Boer avrà il difficile compito di non far rimpiangere il suo predecessore, e, soprattutto, di confermare gli eccellenti risultati ottenuti sul campo dalla squadra. La rosa a disposizione è composta da numerosi elementi validi, su tutti Josef Martìnez, attaccante venezuelano, con trascorsi anche in Italia con la maglia granata del Torino.
Di Frank De Boer non si ricordano solo le vittorie alla guida dei Godenzonen, letteralmente figli degli Dei. Non tutte le stagioni sportive vissute in panchina sono state esaltanti.
Bisogna annoverate anche le ultime, opache, più scure che chiare. In Inghilterra, alla guida del Crystal Palace, club attualmente allenato da Roy Hodgson, ha collezionato un cocente esonero. Magro e deludente il bilancio d’Oltremanica, con quattro gare disputate ed altrettante sconfitte. A questo cammino non proprio esaltante, bisogna sommare l’aggravante di non aver realizzato neanche una rete.
A Milano, stessa conclusione, esonerato dopo ottantaquattro giorni, ma con l’attenuante di aver fatto vedere, pur a sprazzi, trame di bel gioco, di calcio totale, tutto pressing e fuorigioco. Un dolce stil football,-ci sia concesso-, in cui ogni calciatore si sposta dalla propria posizione trovando pronta copertura da parte di un compagno di squadra.
Secondo lo stile che appartiene al calcio totale, nessun calciatore è ancorato al proprio ruolo.
Ogni elemento presente in campo può alternarsi con il compagno, attaccando o difendendo gli spazi, a seconda della situazione di gioco. Un caos, diranno i soliti pessimisti, nostalgici del buon vecchio calcio all’italiana, ed ancora affezionati al tradizionale catenaccio di trapattoniana memoria.
Novità tattiche importanti, questo il pensiero di chi ha visto nel calcio di De Boer anche elementi innovativi e positivi.
L’arrivo di De Boer all’Inter non è stato programmato. È nato improvvisamente, in seguito all’addio di Roberto Mancini.
Durante la trasferta di Verona contro il Chievo, alla prima giornata di campionato arriva, inaspettata, la prima sconfitta stagionale. L’allenatore non può essere colpevolizzato, dopotutto è arrivato in Italia appena dodici giorni prima. Gli occorre decisamente più tempo, si disse e scrisse all’epoca.
La partita della svolta, o così appare agli occhi dei tanti tifosi nerazzurri, è quella contro la Juventus, avversaria di tante battaglie. L’Inter vince 2-1 grazie alle reti di Icardi e Perisic e, soprattutto, convince. È solo un fuoco di paglia destinato a spegnersi in fretta.
In quella gara, giocata ad altissima intensità, l’undici nerazzurro riesce sapientemente a proiettare sul campo le idee tattiche dell’allenatore. I bianconeri, passati per primi in vantaggio, cedono sotto un continuo e costante pressing. L’Inter corre dal primo all’ultimo minuto, dando l’impressione di essere sbocciata come un bellissimo fiore di primavera.
Si tratta di un’ illusione, dopotutto non siamo neanche in autunno, e non è possibile pensare prematuramente alla stagione dell’amore. L’Inter di De Boer finisce, ancor prima di cominciare, in quella serata di settembre.
Alcune difficoltà nate dalla gestione dei rapporti non idilliaci con Brozovic, Felipe Melo, Kondogbia e Gabigol, acuiscono problematiche che, con maggiore tempo a disposizione, avrebbero potuto essere superate. Sopraggiunge l’esonero, che porta alla fine di un ciclo che avrebbe dovuto essere di tre anni, ma che si conclude in poco meno di tre mesi. Se solo avesse avuto più tempo a disposizione, chissà dove sarebbe arrivata l’Inter targata De Boer.
Non lo sapremo mai, nessuno potrà rispondere a questa domanda. Avremo modo, da amanti del calcio, di osservare il suo Atlanta United FC, con l’augurio che anche nel campionato a stelle e a strisce riesca a conquistare i medesimi successi ottenuti alla guida dell’Ajax.
Si tratterebbe di un nuovo inizio. Repetita iuvant!