Dalle colonne del Corriere dello Sport, filtra un clamoroso retroscena riguardo i “buu” contro Koulibaly durante Inter Napoli. Il match di San Siro, una delle 10 partite che hanno inaugurato il primo boxing day italiano, è stato (purtroppo) protagonista in negativo. I continui fischi e ululati a sfondo razziale nei confronti del n°26 del Napoli, hanno procurato all’Inter una sanzione abbastanza pesante.
Per le prossime due gare casalinghe infatti, i meneghini dovranno scendere in campo a porte chiuse. Inoltre, per la terza gara da disputare a San Siro, ai sostenitori nerazzurri sarà aperto tutto il resto dell’impianto tranne quello riservato alla Curva Nord. Una decisione severa ma atta ad annientare la piaga del razzismo una volta per tutte.
Come la maggior parte di voi ricorderanno, prima della sfida del Meazza, in Via Novara, a circa 1.5 km dall’imponente struttura sportiva, andarono in scena degli scontri tra sostenitori napoletani e ultras interisti. Quest’ultimi però, non erano da soli: a “coadiuvarli”, vi erano anche gruppi organizzati provenienti da Nizza e ultras del Varese. A perdere la vita durante questi scontri, è stato Daniele Belardinelli, rappresentante proprio della tifoseria lombarda. Quel che riporta quest’oggi il Corriere dello Sport però ha davvero dell’incredibile.
“Ieri a Roma, in Federcalcio, si raccontava di un particolare paradossale riguardo il finale di Inter-Napoli. Ovvero il fatto che il delegato alla sicurezza, ossia il dirigente responsabile del Servizio, G.P., funzionario del Commissariato Bonola, quartiere Gallaratese di Milano, avesse lasciato lo stadio Meazza a metà della ripresa (sembra per raggiungere proprio via Novara). Dunque, se anche l’arbitro Mazzoleni avesse deciso di applicare il protocollo in vigore in caso di manifestazioni razziste, l’eventuale interruzione del match non avrebbe potuto aver luogo, mancando la figura titolata a prendere questa decisione“. Questo è quanto scritto dal noto giornale sportivo romano.