Inter-Icardi: la risposta alle “cagate” è una sola
Wanda Nara è un tipo sveglio, nella vicenda contrattuale del marito segue una strategia chiara sia in termini di rivendicazione che di comunicazione. Proprio il circo mediatico che la ragazza ha imbastito ha infastidito non poco la società e i tifosi. La Gazzetta è uscita ieri con una affermazione strana, secondo la quale l’Inter ”chiederà al capitano di trattare con un altro rappresentante”. Come se un giudice dicesse ad un imputato di cambiare avvocato perché quello nominato gli sta sui marroni. Davvero la società ha formulato questa richiesta? La risposta, secondo il buon senso dovrebbe essere solo una. No, perché nessun dirigente di una grande squadra si sognerebbe mai di impedire ad un suo giocatore, di scegliersi l’agente che vuole.
Chi continua a parlare di un capitano che dovrebbe tacitare la moglie-agente in nome del senso di appartenenza è rimasto ancorato ad un mondo che non esiste più. Belli i tempi di Picchi, Mazzola Facchetti, Zanetti, che firmavano assegni in bianco o trovavano l‘accordo con la società con una stratta di mano davanti ad un caffè. Ma quei tempi non esistono più, quei tifosi amanti del “vintage” se ne facciano una ragione, una volta per tutte. E chi lo scrive per dimostrare quanto Icardi sia lontano da questi esempi lo fa strumentalmente, con un solo scopo, quello di continuare a spargere veleni dentro il club nerazzurro. Ci sono riusciti benissimo, ancora una volta, mandando il sangue agli occhi di Icardi che ha risposto per le rime, spinto dall’orgoglio del campione e del marito ferito negli interessi e negli affetti.
Il fondo di oggi del Vice Direttore della Gazzetta in qualche modo ne dà conferma. La manna gossippara proposta dalla coppia è quello che più interessa alla rosea, in un contesto comunicativo dove ormai si dà maggiore spazio ad uno spacco di un vestito che ad un gol decisivo.Una tendenza che caratterizza un po’ tutte le testate storiche del giornalismo italiano ma nella quale la Gazzetta eccelle da tempo, specie quando di mezzo c’è l’Inter. Una scelta probabilmente dettata dalla necessità di mettere un argine alla perdita di vendite. Ma a nostro avviso così facendo si scavano la tomba sotto i piedi, lasciando spazi enormi al giornalismo minore, a quello fai da te che tenta ancora di parlare di calcio. Quello che non ha pubblicità, che ha poca visibilità in confronto, ma che diventa sempre più un argine alle derive di chi insegue ormai quasi solo il chiacchiericcio.