(Inter News) Nell’ambito del ricorso presentato dal Napoli per ottenere la riduzione della squalifica di Koulibaly, ieri è stato sentito dagli organi competenti proprio il difensore centrale azzurro.
Le sue parole, riportate dal “Il Mattino” testimoniano il dramma umano dell’uomo uomo prima del campione, che pensa a Milano come ad un esempio di città inclusiva e si trova invece ad affrontare una situazione assurda scatenata da pochi scriteriati.
“Io sono pronto ad affrontare i cori razzisti in tante città del Nord, ma lì a Milano no. Ero impreparato a fronteggiare una simile situazione e, quando ho sentito i primi buu, mi hanno preso alla sprovvista, mi hanno fatto sbandare, perdere la concentrazione. Quei cori mi hanno portato sofferenza, in certi momenti davvero non capivo nulla.
Io chiedo scusa per il mio gesto (e si scusa più volte, ndr), lo so che non è stato giusto, ma io e la mia famiglia abbiamo vissuto sempre il disagio per il colore della mia pelle: in quello stadio è stato tutto atroce anche perché inatteso. Ho sofferto e ho reagito nella maniera sbagliata. Ma l’ho fatto perché quel clima di odio mi aveva fatto perdere la concentrazione”.
Un uomo che racconta la sua sofferenze e riesce pure a scusarsi per il suo comportamento non può che destare l’ammirazione di tutti ed è giusto rendergli merito. L’Inter ieri ha risposto con la campagna BUU – Brother Universally united – proprio per trasformare quegli insulti in un messaggio di fraternità nello sport.
(Fonte Il Mattino)