Jose’ Mourinho ha da poco tempo lasciato la panchina del Manchester United, e la questione riguardante il suo futuro sta ovviamente tenendo banco. Ovviamente non è mancata la voce che vorrebbe il portoghese tornare sulla panchina dell’Inter. Il tecnico di Setubal è stato ospite di BeinSports con il ruolo di opinionista.
E come spesso accade ogni parola pronunciata da Mourinho diventa oro. Diverse sono state le dichiarazione che ha rilasciato e che sono apparse degne nota. Uno degli aspetti che maggiormente lo caratterizzano è sicuramente il suo carattere forte. Carattere che spesso lo ha portato, almeno stando alle voci circolate, a discutere con diversi suoi giocatori.
Su questo punto Mourinho si è così espresso. “Non è nel contratto parlare di queste cose (ridendo). Non ho mai avuto litigi accesi con i miei giocatori, né Zanetti né con Materazzi. E potrei andare avanti per ore a fare nomi di calciatori con i quali non ho litigato nonostante si dica il contrario”.
“Nel prossimo club in cui andrò non farò richieste né di giocatori né di soldi. Ciò che voglio sono solo rassicurazioni per quanto riguarda strutture e supporto. In quale campionato andrò? Dipenderà da molti fattori. Per ora ho già detto di no a tre offerte. Questo perché sentivo che non era ancora il momento giusto.
Il mio arrivo all’Inter nel 2008 fu perfetto. Lasciai il Chelsea tra novembre e dicembre, e firmai con i nerazzurri a febbraio. Ho avuto 4 mesi per prepararmi, studiare il campionato e gli avversari. Ho imparato l’italiano, che è la lingua che parlo meglio oltre il portoghese. Anche per la prossima esperienza ho intenzione di fare in questo modo e arrivare preparato”.
Impossibile non parlare di inter, e lo Special One ha pronosticato addirittura un secondo posto. “In Italia si lotta solo per il secondo posto, la Juventus infatti è troppo forte. L’Inter sembra destinata ad arrivare seconda. Quando allenavo io in Italia c’era una maggiore competitività. Milan e Roma erano più forti. Ricordo la prima partita con il Genoa. Partirono giocando con la difesa a 5, allora io cambiai e loro passarono a 4. Poi si cambiò ancora. Era bellissimo, una sfida continua.”