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Spalletti, un bagno di umiltà per non rovinare tutto

Inter News: Spalletti ricordi Mourinho

(Inter News Spalletti) Marzo 2010: l’Inter va a Londra a giocarsi il ritorno con il Chelsea dopo il 2 a 1 dell’andata. Tre giorni prima i nerazzurri avevano rimediato tre pere a Catania, dopo un grigio 0 a 0 casalingo con il Genoa. Quando l’Inter scese in campo per il riscaldamento, chi era a Stamford Bridge o vedendo le immagini su SKY pensò di avere le traveggole. Pandev, Sneijder ed Eto’o insieme a Milito. Sembrava un suicidio, tutti sappiamo cosa nacque da quella partita.

Perché questo richiamo storico? Per dire che un allenatore, quando si accorge che la squadra soffre, può lasciare le sue certezze da una parte per inseguire il successo con strade diverse. Scelte rischiose, che richiedono il coraggio di cambiare e l’umiltà di riconoscere che qualche errore può essere stato fatto. Spalletti come si pone di fronte a questa riflessione? Che qualche problema ci sia è indubbio, che stia cercando le strade migliori per porvi rimedio un po’ meno.

Troppa rigidità, poca imprevedibilità

La partita con il Sassuolo era difficile per molti motivi. La prima dopo la sosta, a porte chiuse e contro un avversario storicamente ostico per i nerazzurri. Per tutte queste ragioni sarebbe stata cosa buona e giusta dare alla squadra un plus di imprevedibilità per sorprendere e mettere in crisi il disegno tattico di De Zerbi. Invece niente. Intendiamoci, nessuno chiede a Spalletti di emulare lo Special One, sarebbe stupido e illogico. Ma anche il rovescio della medaglia non paga. La rigidità del mister nerazzurro è assimilabile per molti versi a quella di Maurizio Sarri. I titolarissimi a Napoli, titolarissimi a Londra, bel gioco (non sempre), tanto possesso, ma a vincere sono quasi sempre gli altri.

Vorremmo chiedere al mister il perché tanta inflessibilità tattica. Se Perisic continua a latitare come da settembre ad oggi, se Politano deve cantare e portare la croce sull’altra fascia è abbastanza intuitivo che i rifornimenti per Icardi unico terminale offensivo diventino merce rara. L’ultimo gol in campionato di Mauro su azione risale al 29 ottobre a Roma con la Lazio, un dato che non è più un campanello d’allarme ma la fotografia chiara che qualcosa non va.

Serve una novità

Mancava anche Keita ma le assenze non possono diventare un alibi. E dunque, a maggior ragione finche non rientrerà l’ex Monaco, che significato ha continuare a chiedere ai laterali di arare le fasce alla ricerca del cross perduto senza cercare alternative nella prateria centrale? Con Nainggolan ancora alla ricerca del tempo che fu quanto dovremo ancora attendere prima di vedere una novità in quella zona avanzata del campo?

La novità ha un nome e cognome scontato. Lautaro Martinez è sotto le cure di Spalletti dall’estate scorsa, ormai il mister conosce (o dovrebbe conoscere) ogni minimo particolare delle caratteristiche tecniche e umane del ragazzo. Noi sappiamo che Lautaro ha i numeri e che quando gli è stato chiesto di farsi trovare pronto lo ha fatto alla grande.

Equlibri possibili

Spalletti non ci sente da quest’orecchio, più volte ha ripetuto che gli equilibri di squadra sarebbero compromessi con Lautaro e Icardi contemporaneamente in campo . Sono gli stessi equilibri che Eto’o seppe ricostruire nel 2010 correndo come un terzinaccio. Se lo fece lui, che aveva già vinto tutto in carriera, potrà farlo anche Lautaro, o no? Nel 2010 il Re leone aveva 29 anni, oggi il Toro ne ha 21. Si può chiedere al giovane argentino di sacrificarsi sui due fronti o no? Certo, per farsi seguire su questa strada serve una cosa prima di tutto: il carisma. Josè lo distribuiva gratis al mercato, Spalletti non sembra nelle stesse condizioni.

Le galline del Cioni andavano bene quando allenava ad Empoli, realtà leggermente diversa da Milano, dove servono meno filosofia e più punti per la Champions. Nessuno è mai morto dopo bagno di umiltà, anzi, in molti casi è servito per raddrizzare situazioni che sembravano compromesse. Si faccia un bagno anche Spalletti, meglio una lunga doccia di umiltà, perchè tempus fugit, il Napoli anche, e pure la Roma sta ricominciando a correre.