Era metà dicembre, si giocava Inter Udinese, Icardi sul dischetto. Gol. Da allora, in campionato, nessuna rete. Anzi, è arrivata una prestazione piuttosto goffa contro il Sassuolo nella quale è riuscito a toccare solo 16 palloni in più di novanta minuti. Troppo poco per uno come lui, abituato a fare il bello e il cattivo tempo in area di rigore.
Si poteva pensare che a renderlo turbato fossero le schermaglie pubbliche tra Wanda Nara e la società per la questione contratto, ma ormai anche questa è sistemata. Quindi è arrivato il momento che Mauro si carichi la sua squadra sulle spalle e la porti in totale sicurezza in Champions League per la seconda stagione di fila dopo il lungo periodo di vacche magre inaugurato nel 2013.
La colpa, però, non è solo sua. Nelle passate stagioni a fare la fortuna del capitano è stato l’asse con Perisic, con il quale, almeno nel campo, sembrava avesse un rapporto speciale. Il brusco calo di rendimento del croato ha finito per condizionare anche il rendimento del capitano che si è visto togliere la sua principale fonte di rifornimento.
La colpa però, secondo la Gazzetta dello Sport, non può andare solo a Perisic. Sì perché sul cattivo rendimento di Icardi sta influendo anche il mancato inserimento di Nainggolan, anche a causa dei problemi fisici che l’hanno colpito. Lui, che nello scacchiere di mister Spalletti occupa il ruolo di trequartista, deve rifornirlo di più, anche se non è nelle sue corde.
Anche Politano, nonostante le sue ottime prestazioni, sia in termini di assist che in termini di gol è poco prolifico e quindi non può dare una mano al suo capitano. Infine, Lautaro Martinez non può giocare con Icardi dall’inizio, secondo Spalletti, e quindi per dare una mano al suo connazionale deve aspettare di entrare. Contro il Barcellona ha funzionato: Lautaro ha messo dentro una palla che Maurito ha scaraventato alle spalle di Ter Stegen. Poi il nulla. Quindi serve che tutti questi giocatori rinascano per dare nuova linfa al capitano dell’Inter.