Perisic, che vuoi? Storia di una rottura “fai da te” (GdS)
Perisic, che vuoi?
“Perisic, che vuoi?”. Probabilmente questa frase il croato se la sarà sentita dire da Marotta o da Ausilio nelle ore concitate che hanno seguito la sua richiesta di cessione. Una richiesta di cessione arrivata come un fulmine a ciel sereno (nonostante gli ammiccamenti più o meno velati alla Premier League, ndr) e a pochi giorni dalla chiusura del mercato.
Cosa sperava di ottenere Ivan? L’Arsenal gli offre 7 milioni di euro a stagione, ma non ha intenzione di acquistarlo a titolo definitivo. Forse non è vero amore tra le parti, ma il calciatore si aspettava che la dirigenza nerazzurra lo regalasse ai gunners. Pensiero completamente sbagliato, perché in questi tre anni avrebbe dovuto capire di che pasta sono fatti gli Zhang.
Nessuno lo ha voluto trattenere con la forza, ma tutti hanno ribadito una cosa sacrosanta: noi ti vendiamo, ma alle nostre condizioni, non in prestito con diritto di riscatto. Posizione assolutamente condivisibile. E quindi l’ex Wolfsburg ha cominciato a spingere ancora di più, addirittura andando allo scontro con Mauro Icardi, che forse lui vede come un ostacolo per arrivare alla leadership della squadra.
Una voglia che viene da lontano
Nell’estate del 2017 Perisic e la Premier League sono stati più vicini che mai. Josè Mourinho, allora alla guida dello United, avrebbe fatto carte false per avere il croato. Spalletti però, appena arrivato sulla panchina nerazzurra, chiese ed ottenne la conferma dell’esterno. Arrivederci, Premier. Poi arrivò il ricco rinnovo che lo portò ad essere il secondo più pagato della rosa.
E adesso siamo ai giorni nostri, con la richiesta di cessione, arrivata dopo una (mezza) stagione giocata costantemente con il freno a mano tirato. No, Ivan. Non funziona così, non funziona più così all’Inter per essere ceduti. La solidità della società consente ai dirigenti di fare il bello e il cattivo tempo con chi passa da quelle parti. Vuoi andare in Premier? Benissimo, porta 35 milioni di euro. Se son sterline però, meglio.