Inter, new revolution?
Indice dei contenuti
Già visto, questo film…
Sembra surreale ma accade. All’Inter, negli ultimi 10 anni si registra forse il record dei rimpasti a campionato in corso, almeno per quanto riguarda la panchina. Si, già visto, questo film. E anche come va a finire ormai lo sappiamo tutti: new revolution, neverending story. Lasciamo stare i polveroni alzati dai media e dalla stampa sportiva, che quando c’è da sparare sulla croce rossa a bande nerazzurre ci si diverte un sacco. E lasciamo agli arguti opinionisti una risposta a certe ovvietà come “l’Inter non vince nulla da 8 anni”. E gli altri, visto che non si chiamano tutti Juventus, cosa hanno vinto? Ma guardiamo senza gli occhi del tifoso a quanto sta emergendo in casa Inter: pare che ancora una volta tiri aria di smobilitazione, il “rompete le righe” di mezza squadra è attendibile o no? Vediamo chi potrebbe rientrare nella mezza squadra (abbondante) in questione: Perìsic capofila è appurato, poi Candreva, Vecino, Vrsaliko, Nainggolan, Miranda, Joao Mario (?) Gagliardini, B.Valero, Ranocchia…e anche Spalletti.
Dal risorto Brozovic, un messaggio a Perisic
Perisic pare si sia cacciato nel cosiddetto “cul de sac”, un vicolo cieco che potrebbe sfociare sia nella cessione in Premier L., sia in permanenza all’Inter a dispetto di alcuni. Ma perchè ha rotto quel filo conduttore che, dai mondiali, lo aveva lasciato immaginare come top player nel successivo campionato? Non so se sia stato sufficiente quel mormorio, ripreso e sottolineato da molti addetti ai lavori, secondo cui avrebbe manifestato desiderio di giocare in Premier. Possibile che si sia reso conto di aver deluso le aspettative dei tifosi, oltre che le sue stesse. Rendimento e dedizione al sacrificio piuttosto scarsi, sicuramente non in linea con i veri valori del suo standard qualitativo. Preso atto intimamente di questa realtà, tenta di togliersi d’impiccio cercando un riscatto su altre verdi terre. Forse giustifica il suo pur legittimo desiderio con l’idea che potrebbe essere la sua ultima chance, per via dell’età non più verdissima? E va bene, se arrivasse l’offerta degna. Ma se invece non arriva? Cosa gli impedisce di interpretare a suo uso e consumo il messaggio del risorto connazionale Brozovic, anche lui dato per spacciato in estate e poi rivalutato come faro della mediana?
E gli altri…
Se sarà una new revolution, gli indiziati sono ormai noti. Candreva, un buon contributo nei primi due campionati, ma Politano ne ha decretato l’ammaina bandiera, e lui deve averlo capito. Vecino, uomo che più di altri, a parte Icardi, ha lasciato l’impronta sul ritorno in Champions dell’Inter, gliene siamo grati. Poi, però, troppo poche le presenze palpabili in campo. Vrsaliko, probabilmente sfortunato e nulla più, ma l’Inter non può attendere che l’infermeria si svuoti. Vale anche per il Ninja Nainggolan, infortuni ma anche comportamenti non proprio irreprensibili, in un ambiente come quello di Appiano. Miranda, buon giocatore, ma non aveva convinto del tutto, poi Skriniar e De Vrij lo hanno confinato in panca e lui non ha gradito. Joao Mario, un dentro e fuori in cui, se si eccetua l’ultimo periodo in cui pareva rigenerato, non ha dato l’impressione di essere quello ammirato col Portogallo in Nazionale. B.Valero, tanta esperienza, intelligenza tattica utile in determinate partite, ma lontano dal dinamismo atletico di cui l’Inter avrebbe estremo bisogno a centrocampo. Ranocchia, silente ma sempre pronto le rare volte in cui deve togliersi la pettorina. E’ stato lui a costringere il portiere del Bologna ad una super parata per evitare il pareggio. Gregario da rispettare, per la professionalità e l’educazione.
E Spalletti finisce nell’occhio del ciclone. Non sarà per un “inchino” di troppo, ma sta di fatto che anche con lui, come altre volte, la nave nerazzurra beccheggia nella tempesta d’inverno e rischia di arenarsi sugli scogli. Tuttavia, ai sostenitori dell’esonero come prassi vorrebbe, c’è da far notare qualche dettaglio. L’aver preso una squadra che da 7 anni non vedeva l’Europa e avercela rimessa, è cosa che non era riuscita ai predecessori. Alle accuse di non aver dato un gioco alla squadra può opporre un dato di fatto: aver ottenuto prestazioni di tutto rilievo con gli stessi giocatori, a Torino contro la Juventus gli stessi avversari hanno riconosciuto di essere stati messi in difficoltà. Come nel derby, vinto di misura ma ben più visibilmente di sostanza, e anche col Napoli. Come nelle prime partite di Champions, vinte contro Tottenham e PSV dopo essere stati in svantaggio. Tutti sintomi di una squadra che non sembra parente, ma è la stessa, di quella che ora esprime molto meno di quello che è il suo potenziale effettivo. Problemi caratteriali, fragilità emotiva, immaturità di una parte del gruppo che non ha consentito di migliorare le performances, tutte cause di chiara origine “neurologica”, più che fisica.
Spallettino, torni a bordo, c….o!
Dello stesso Spalletti, chi ha buona memoria si ricorderà della forza e del gioco espresso per anni dalla Roma, benchè senza conquistare trofei. E Pioli e Gasperini, ce li ricordiamo? Con le loro squadre attuali, non stanno molto sotto l’Inter, e in diverse occasioni infiammano il pubblico, Atalanta docet. Da qui, la considerazione sul fatto che Spalletti certamente ha commesso degli errori, ma chi va in campo deve esibire grinta e rabbia agonistica, senza piangersi addosso. Ovvero, deve entrare in ballo la professionalità, l’orgoglio e la consapevolezza di indossare una maglia che non può e non deve essere confusa con quella dell’Atalanta. Ovviamente, con tutta l’ammirazione ed il rispetto che alla squadra ed a Gasperini è dovuto in virtù dei brillanti risultati, uno su tutti quel 3-0 alla Juventus invidiato non solo all’Inter. Ma abbiamo giocatori sui quali un buon allenatore, come pure Spalletti, può costruire un team vincente: Handanovic, grande portiere nella miglior tradizione dell’Inter, e Skriniar, De Vrij, Brozovic, Politano, Icardi, Lautaro, Keita, Asamoah, probabilmente anche Cedric ultimo arrivato, e il prossimo Godin, sono ottimi presupposti per un ritorno ai vertici anche in Europa.
Nelle ultime ore, sono circolate voci su un possibile ritorno di Mourinho. Gli interisti nostalgici ancora lo sognano trionfante a Madrid, d’altronde come non ricordarlo…Ma spesso le minestre riscaldate non hanno più lo stesso sapore del piatto fresco, è bene tenerlo presente. E ora Marotta, messo mano alla stanza dei bottoni, sembra aver manovrato per riaccendere gli stimoli di un ripristino della rotta con il capitano e l’equipaggio attuale. Decisioni che ricordano il responsabile della capitaneria di porto del Giglio, nel disastro della Costa Concordia, quando si rivolse al comandante con l’ormai famosa frase “torni a bordo, c…o!”