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Inter Icardi: Moggi, una cannonata contro Moratti

La lettera di Moggi all’ex Presidente

Luciano Moggi non demorde. Il caos creato intorno al caso Icardi ha lo stesso effetto del sangue per gli squali e dunque non perde l’occasione per azzannare colui che è stato la causa della fine della sua avventura sportiva, Massimo Moratti. In in lungo tweet pubblicato oggi Moggi scrive una lettera al Presidente del Triplete  dai toni accesi. La riportiamo integralmente.

“Caro Moratti …..
Amici lettori, lasciateci disquisire liberamente sulla crisi dell’Inter. Crisi che viene da lontano, portata per mano da tutti coloro che andavano e tuttora vanno a braccetto con l’ex patron Moratti , l’unico rimasto a difendere Icardi. Massimo è riuscito a contestare la mossa degli attuali dirigenti interisti perchè resa di pubblico dominio.

Lui che, da presidente in carica , scendeva le scale della Saras, alla maniera di Vanda Osiris, e sapendo di trovare 30 giornalisti , raccontava loro che tutti erano cattivi , lui solo buono e sofferente alle cattiverie altrui. Lui che si coccolava i suoi Vampeta , Taribo West , Akan Sukur , mentre altri erano alle prese con Zidane,Trezeguet e Pavel Nedved. E riscuoteva pure credibilità da parte dei suoi tifosi che pensavano veramente che “AMALA” non riuscisse a vincere perchè oppressa dagli impicci di altri.

Non solo carote ai giocatori

Adesso che la sentenza 2166 della Corte D’Appello del Tribunale di MILANO , andata in giudicato, ha smascherato le malefatte dei suoi dirigenti di allora, nessuno potrà più credergli e il fatto che la gran massa ha applaudito il nuovo capitano Handanovic ne è la dimostrazione. Moratti ha sempre difeso anche lo “scudetto di Cartone”, come segno della onestà della sua Società, era poi la motivazione con la quale un suo ex consigliere, l’Avv. Guido Rossi, aveva tolto lo scudetto alla Juve , che lo aveva vinto sul campo, per farne gentile omaggio all’Inter. Sarà adesso anche interessante seguire il comportamento della FIGC , alla luce di questa sentenza. Che tra l’altro ci racconta che non era lo strapotere di Moggi a condizionare il campionato (regolare , nessuna partita alterata) bensì il comportamento generale del Calcio di quel tempo.

Forse, magari con un po’ di ritardo , ma i tifosi interisti hanno capito che il rapporto tra giocatori e dirigenti non può essere fatto solo di “carote” ci vuole spesso anche il bastone autoritario per calmare gli spiriti bollenti di taluni. E all’Inter è sempre mancata l’autorità del comando .

D’accordo con Moratti

Se un giocatore era colpito dagli strali del suo allenatore e andava a piangere sulle spalle del Patron, lui era sempre pronto a raccogliere le lacrime e ad infierire contro il Mister : un modo questo per destabilizzare ambiente e spogliatoio. Così Moratti manifestava l’amore per la sua squadra, mentre noi abbiamo sempre ribadito che quando un presidente è troppo tifoso non è un buon presidente. Come non erano buoni tifosi coloro che lo hanno sempre seguito nelle sue lamentale senza pensare che facevano un danno ai propri colori a cui serviva una mano ferma che sapesse dirigere le operazioni.

E adesso che sembra esserci, lui la contesta. Moratti questa volta però è contro tutti , e noi, udite udite, siamo per una volta con lui nel dire come la mossa di togliere la fascia di capitano ad Icardi sia stata intempestiva e fuori luogo, valida solo per dimostrare pubblicamente che all’Inter l’aria è cambiata. Nessuno che abbia pensato che il braccio di ferro si dimostra senza renderlo di pubblico dominio, manifestandolo non è anzi credibile.

L’arte di comandare

Le dichiarazioni di Spalletti prima e di Ausilio dopo lasciano perplessi quando elogiano il campione e il DS addirittura dice che la trattativa per il rinnovo del contratto andrà avanti. Non hanno capito che: se Handanovic ha accettato la fascia da capitano, se alcuni giocatori hanno plaudito la mossa, vuol significare che lo spogliatoio è diviso.
Forse pensano di far chiedere pubbliche scuse al giocatore per mettere tutto a posto, senza pensare che questa è una frattura insanabile, che un banale ulteriore raffreddore potrebbe portare polmonite. Bastava non convocarlo per scelta tecnica per qualche partita, avrebbe oltretutto evitato l’imbarazzo di Spalletti e le farneticazioni di Ausilio. E la gente avrebbe capito a maggior ragione che l’aria era cambiata.
Fare e non far trapelare è sempre stata la forza di chi sa comandare.”