Come tutte le altre, la professione di procuratore richiede competenze e professionalità specifiche che non si esauriscono con il semplice rapporto giocatore-società. Ci sono aspetti legati al diritto sportivo nazionale e internazionale, alla comunicazione, ai regolamenti Uefa, Figc ecc. Difficile vivere di improvvisazione, come in qualsiasi altra attività professionale.Di questo parla Carlo Nesti nel suo ultimo intervento per il sito TuttomercatoWeb in riferimento all’argomento del giorno, la vicenda Icardi-Inter.
Questo il pensiero del giornalista: “A prescindere da quello, che sarà l’epilogo, credo che il caso Inter-Icardi sia lo specchio dell’ultima, sciagurata decisione di Blatter. Nell’aprile 2015, infatti, avviò la “deregulation” dei procuratori: in pratica, tutti possono diventare agenti dei calciatori. Questa svolta non poteva che portare ad un calo di preparazione e professionalità della categoria.”
“Ora, finalmente, è alle porte il ritorno di un albo, con tanto di esame di abilitazione, e di un tetto dei compensi. Se no, è chiaro che continueremo ad assistere ad adattamenti “social” del vecchio avanspettacolo. Un capitano, e una consorte, che, nel più totale menefreghismo su come si conduce una trattativa, divulgano, periodicamente, anche i loro starnuti, pur di stuzzicare la controparte. Le lacrime di coccodrillo, ovviamente, fanno parte dello show.”
La critica ha chi ha liberalizzato la professione è fortissima. In effetti a suo tempo la decisione di Blatter fu seguita da uno stuolo di polemiche. Al di là degli interessi dei diretti interessati, era del tutto evidente che c’erano fondate possibilità di assistere a casi limite. La marcia indietro che l’Uefa sta attuando proprio in queste settimane appare tardiva ma necessaria, specialmente se verrà confermato il tetto dei ricavi, elemento che servirà per calmierare eventuali atteggiamenti oltremodo aggressivi.
Fonte TuttomercatoWeb