L’Inter torna da Firenze con un solo punto in classifica e con una valigia colma di rimpianti. Il gravissimo errore dell’arbitro Abisso ha penalizzato oltremodo i nerazzurri. Nonostante il richiamo del Var, il fischietto di Palermo ha perseverato nell’errata decisione.
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Sbagliare sarà anche umano,-questo è risaputo-, ma perseverare, nonostante il prezioso supporto della tecnologia, è francamente diabolico. Ci si chiede a cosa serva realmente il Var. In teoria-, perché abbiamo visto che in pratica non è sempre vero,- dovrebbe correggere l’errore umano. Ha poco senso continuare ad adoperarlo in maniera non sempre adeguata. Occorrerà necessariamente maggiore chiarezza per evitare un futuro poco roseo, ricco di polemiche e discussioni.
La sola responsabilità dell’Inter è forse quella di non aver gestito al meglio il doppio vantaggio. Dopo il terzo gol di Perisic-, che sta gradualmente recuperando lo smalto dei tempi migliori-, con la Fiorentina in chiara difficoltà psicologica, i nerazzurri avrebbero dovuto affondare il colpo. Nel momento di maggiore fragilità viola, la quarta marcatura avrebbe messo Handanovic e compagni al riparo da qualsiasi pericolo.
Spalletti e la squadra dovranno fare mea culpa non tanto per la gara di ieri, giocata con buon ritmo e discreta intensità, ma per le tante occasioni perse per strada. Si vedano,-senza andare troppo lontano-, le recenti gare casalinghe contro Sassuolo e Bologna. Cinque punti smarriti nel mezzo del cammin del campionato, che hanno permesso a Milan e Roma di rifarsi sotto con veemenza.
Le gare contro Cagliari e Spal saranno fondamentali per la rincorsa alla qualificazione in Champions League. L’Inter dovrà obbligatoriamente vincere. Solo così arriverà al derby contro il Milan in condizioni ottimali. L’ottimismo non manca, la squadra è in ripresa ed appare maggiormente compatta.
La matassa Icardi andrà sbrogliata quanto prima. Una situazione che alimenta tensioni all’interno dello spogliatoio. A conferma del clima non certo idilliaco, lo scontro Politano-Perisic. L’esultanza del primo,-un richiamo a quella dell’ex capitano-, non è sembrata di gradimento del secondo. Una felice conclusione della vicenda appare ancora molto lontana.
Con Icardi fuori dai giochi chissà ancora per quanto tempo, in attesa del recupero di Keita, è Lautaro Martinez a reggere sulle sue giovani spalle il peso dell’attacco nerazzurro. El Toro dovrà pur rifiatare, e Spalletti potrebbe prendere in considerazione Politano come falso nueve. Si tratterebbe di un esperimento dall’esito positivo tutt’altro che scontato. L’Inter avrebbe bisogno, in un momento così delicato della stagione, di maggiori certezze.
Spalletti ne è consapevole, così come conosce molto bene la storia del calcio. Il tecnico di Certaldo sa benissimo che il caro e vecchio centravanti ha sempre portato il numero nove sulle spalle. Un vero nueve, senza troppi giri di parole, non certo falso. È altresì consapevole che, dati alla mano, non si può fare diversamente. Politano non stazionerà stabilmente in area di rigore, non creerà continui grattacapi al difensore di turno, ma garantisce comunque pressing alto, altruismo e tanto lavoro di squadra.
Nelle ultime settimane ha cominciato a circolare con insistenza il nome di Edin Dzeko. L’eventuale arrivo dell’attaccante bosniaco, potrebbe indebolire la posizione di Icardi e rafforzare quella di Spalletti. La permanenza del puntero argentino è legata agli esiti delle trattative per il rinnovo del contratto. Come se non bastasse, alcune indiscrezioni vedrebbero l’Inter al lavoro per ridurre il prezzo della clausola rescissoria. Non certo un segnale di riavvicinamento tra le parti.
Chi invece potrebbe rimanere a Milano è Luciano Spalletti, dato per sicuro partente non più tardi di un mese fa. Marotta avrebbe molto apprezzato la gestione dello spogliatoio in un momento così delicato ed estremamente complesso. Un altro particolare non di poco conto riguarda la reciproca stima tra Spalletti e Dzeko, ormai ben nota anche alle leggendarie pietre del Colosseo.
Dzeko è un profilo più che gradito ai vertici nerazzurri. Ha un contratto in scadenza nel 2020 e potrebbe trovare nuovi stimoli in nerazzurro. Stiamo comunque parlando di un calciatore di trentatré anni, da solo non sufficiente per rimpolpare e rinnovare il parco attaccanti della Beneamata. Servirà anche qualcun altro, magari un po’ più giovane. Marotta avrà certamente studiato Confucio e sa bene che bisogna studiare il passato per definire il futuro.
Immagine tratta dalla rubrica “Zitti, zitti…”
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