INTER ICARDI BALOTELLI- Da quando è iniziata la telenovela Icardi si sono sprecati i giudizi sportivi e morali sul comportamento dell’ex capitano. Lui che poche settimane fa spiegava alla gente come amare l’Inter anche nei momenti difficili adesso è in preda ad un raptus di orgoglio che offende lo spirito nerazzurro.
Questo è il giudizio della stragrande maggioranza dei tifosi, inclini a ritenere che il bomber abbia già deciso di lasciare l’Inter a fine stagione. Che poi questo sia anche il pensiero della società poco importa, quel che conta è il tradimento che il tifoso sente di vivere per mano di colui che per anni è stato il condottiere in campo.
Anche da questo punto di vista niente di nuovo sotto il cielo nerazzurro, l’Inter non si è fatta mancare alcunchè neanche sotto questo profilo. Qualcosa di simile era già successo con Balotelli. Prima del 2010 SuperMario era uno degli idoli più amati da San Siro che pure vedeva ogni domenica una squadra infarcita di campioni stratosferici. Il pubblico del Meazza dapprima aveva visto crescere quel ragazzone di colore tra le giovanili, poi lo aveva accolto con entusiasmo indescrivibile nella squadra dei miracoli.
Un crescendo di affetto, nonostante qualche mattana, regolarmente perdonata in nome della giovane età e di un talento straripante. Poi venne quella serata, quel 20 aprile 2010, davanti ad un Barcellona raso al suolo. Quella maglia tolta con furore e gettata via con disprezzo dopo le salve di fischi che accolsero il suo scarso entusiasmo in campo mentre Eto’o e Zanetti, Milito e Stankovic e tutti gli altri sputavano sangue per portare a casa quel risultato prezioso. Balotelli segnò il suo destino in quel momento.
Icardi lo sta segnando parola dopo parola, tweet dopo tweet, le modalità sono diverse, il risultato non cambia. Davanti ad un ipotetico giudice della passione nerazzurra, i due imputati si troverebbero ad essere entrambi condannati. Nonostante la platealità del gesto, addirittura Balotelli potrebbe avere qualche attenuante in più del suo illustre successore. L’età, appunto, l’impulsività, la reazione a sangue caldo. Si attende con ansia l’arringa del difensore di Maurito.
Negli anni successivi e fino ad oggi Balotelli ha vissuto qualche momento di gloria e molti di grigiore assoluto. Il carattere del ragazzo è quello che è, di acqua sotto i ponti ne è passata, ma la maledizione di San Siro non lo ha ancora abbandonato. Per Icardi una lezione da tenere a mente, qualsiasi sia la sua intenzione.