MERCATO INTER – Nella finestra di mercato di gennaio 2017 l’Inter inseguì il Flaco con grande decisione. Sabatini si spese fino al midollo per convincere il PSG a lasciarlo partire con un prestito. L’allora dirigente nerazzurro era un grande ammiratore di Javier Pastore, fin dai tempi del suo arrivo a Palermo. C’era il si del giocatore, ma i francesi pretendevano garanzie precise sul riscatto da 30-35 milioni di euro. Certezze che l’Inter non poteva offrire, stretta alla gola dalla tagliola del settlement agreement che non lasciava scampo. I tifosi non la presero bene, sembrò un sogno infranto, un illusione sfumata per qualche milione.
Oggi quei rimorsi hanno lasciato il posto ad altre riflessioni. Pastore è arrivato alla Roma nella scorsa estate tra fuochi artificiali e grandi proclami per 25 milioni di euro circa. Qualche buona apparizione all’inizio del torneo poi…
E poi è arrivato un ventenne dalle belle speranze, Nicolò Zaniolo, un ex Inter tanto per girare il coltello nella ferita. Pastore gli ha dovuto fare posto, si è accomodato in panchina e non l’ha più lasciata. Il suo score parla chiaro, 10 presenze (diverse della quali a tempo limitato) con due soli gol. Qualcuno si è divertito a calcolare il costo effettivo del Flaco per le sue prestazioni in giallorosso. Ad oggi si tratterebbe di 38.300 euro circa al minuto.
Qualcuno ha sentito parlare di flop, di soldi buttati, di investimenti sbagliati da una dirigenza poco lungimirante? No, vero? E qualcuno può ipotizzare cosa sarebbe successo se un acquisto da 38.300 euro al minuto fosse stato fatto dall’Inter? Qui la risposta è molto più semplice. Sarebbe scoppiato il classico pandemonio, la caccia al colpevole, la messa alla berlina di uomini e strategie, l’ironia, se non addirittura gli insulti ad un’ intera dirigenza.
Alzi la mano chi sostiene che sarebbe andata diversamente. Dunque nessuno scandalo quando si dice la società di Corso Vittorio Emanuele non gode di buona stampa o della benevolenza di molte emittenti. Conoscere i motivi di tanto accanimento non è semplice per chi osserva dall’esterno. La società invece avrebbe molto da spiegare.