(ID) Menghi: “Per la Lazio gara spartiacque, Inter fortissima ma…”
MENGHI LAZIO – Questa sera è in programma il posticipo serale tra Inter e Lazio. Per enrambe le squadra sarà una partita importantissima, da non sbagliare. Per l’occasione, la redazione di “Interdipendenza.net” ha contattato in esclusiva Alessandro Menghi, giornalista del portale “LaLaziosiamonoi.it” e della versione online de “Il Corriere dello Sport“, per parlare dei biancocelesti, reduci dalla netta vittoria sul Parma di due settimane fa per 4-1.
Come arriva la Lazio alla sfida di stasera?
“Credo bene, sia dal punto di vista dei risultati che ha accumulato in queste utime giornate sia, e soprattutto, sotto l’aspetto della rosa perché non ci sono infortunati. Durante la stagione la Lazio ha avuto spesso problemi di questo tipo e a volte, i gare fondamentali ha dovuto fare a meno di giocatori importanti, vedi Luis Alberto. E quindi arrivare a stasera con la rosa al completo conta moltissimo per Inzaghi, che ha la possibilià di scegliere quali giocatori schierare, anche se non si discosterà moltissimo dal solito modulo, il 3-5-2.
Tuttavia avrà più varietà di scelta nella zona della trequarti e in attacco. Inoltre la Lazio arriva da risulati positivi, specie il derby ma anche il pareggio in casa della Fiorentina: lì sono stati due punti persi perché i biancocelesti per 60 minuti fecero una prestazione molto importante, e presero gol al primo tiro in porta dei viola. Inoltre è tornato altresì il bel gioco visto lo scorso anno, ma questo è dovuto anche dal fatto che gente come Milinkovic-Savic e Luis Alberto sono tornati quelli di dodici mesi fa. Vincere con l’Inter significherebbe rimanere lì e sognare un piazzamento in Champions. Una sconfitta invece vorrebbe dire perdere quel treno e restare aggrappati all’Europa League. Per la Lazio è dunque una gara spartiacque“.
Che giudizio dà alla stagione dei biancocelesti?
“Positivo, ma non mi ha entusiasmato la Lazio. Se penso all’annata precedente, siamo sotto le aspettative, anche perché in estate la società ha rinforzato la rosa, l’ha voluta allungare con degli innesti che poi però non si sono rivelati all’altezza, penso ad esempio a Berisha: ne parlavamo tutti bene qui a Roma ed era reduce da ottime stagioni al Salisburgo. La Lazio l’aveva anche affrontato in Europa League ma ha per via di alcuni problemi fisici non si è potuto esprimere come pensavamo. Anche Durmisi ha un po’ tradito le aspettative, poi c’è stato Lukaku che ha avuto sempre guai fisici, e quindi lì a sinistra Lulic ha dovuto fare gli straordinari con l’età che ha. Mentre in avanti l’unica pecca è stata non comprare un attaccante.
Però, come dicevo prima, la rosa era stata allungata. In mezzo è stato preso Badelj, che è un ottimo regista, ha avuto poco spazio perché ha Lucas Leiva davanti, però a Firenze lo hanno rimpianto, quindi non si può dire che non sia un bravo giocatore. Quindi sotto il punto di vista della rosa è stato fatto un buon mercato, poi alcuni acquisti hanno “toppato”.
Il mio parere resta comunque positivo in quanto la Lazio sta lottando per l’obiettivo prefissato, poteva fare meglio perché continua a incassare tanti gol e questo non è imputabile solo alla difesa. Acerbi ha rimpiazzato molto bene de Vrij, anzi mi sento di dire che non lo ha fatto per nulla rimpiangere dal momento che corre, copre e imposta. D’altronde è da Nazionale, nonostante non sia stato convocato nelle ultime gare. Quest’anno poi la Lazio fa più fatica a fare gol rispetto alla passata stagione“.
Penso subito a Luis Alberto e Milinkovic-Savic assenti nei primi mesi.
“Infatti il problema dei pochi gol rispetto all’anno scorso è imputabile proprio a questo fattore. Nella prima parte di stagione sono molto mancati loro due. Luis Alberto aveva poi perso anche il posto a favore di Correa. Ora è tornato come mezzala e sta facendo molto bene. Mentre Milinkovic l’anno scorso era ai livelli di Pogba, faceva delle cose impressionanti anche rispetto alla tecnica. Se ti mancano due giocatori così, bravi soprattutto nell’ultimo passaggio, è chiaro che la squadra ne risente.
Sono tornati e i risultati non si sono fatti attendere, vedi il derby che la Lazio ha dominato. La Roma non c’era proprio, ma la squadra di Inzaghi vinceva gi scontri individuali, la gestione del controllo la velocità nelle ripartenze. Sono stati importanti Luis Alberto e Milinkovic-Savic ma anche Correa e Caicedo. E poi sappiamo tutti che qui a Roma il derby conta moltissimo e dà sempre stimoli in più. Vincere la stracittadina più iniettarti grade fiducia e autostima. La sosta forse, diversamente da quello che dicono alcuni allenatori, neanche serviva, perché la Lazio stava proponendo davvero un ottimo calcio“.
La squadra ha giocato anche l’Europa League. C’è da recriminare per l’eliminazione ai sedicesimi contro il Siviglia?
“Sì. All’andata ero allo stadio e la Lazio è stata delundentissima, a tratti atteggiamento vergogosa, tutto in una partita così importante e in una competizione che io non mi sento di mettere in secondo piano. E’ vero che l’Europa League non conta quanto la Champions League, ma la Lazio gioca il campionato per stare in Europa, quindi avere atteggiamenti così contro una squadra sì forte ma che potevi battere tranquillamente, e si è visto al ritorno, mi ha lasciato molto perplesso.
E’ stato proprio lo spirito che è mancato. Un peccato perché l’Europa League poteva essere un obiettivo, almeno si sarebbe potuti andare avanti un po’ di più. Se guardiamo il bicchiere mezzo pieno, ora la squadra potrà concentrarsi sul campionato prima della gara di ritorno di Coppa Italia contro il Milan, dove in palio ci sarà la finale”.
Quanto all’Inter, che idea ha della squadra di Spalletti?
“Io l’ho sempre detto: a livello di nomi è una squadra molto forte. Se facciamo il cosiddetto gioco delle figurine la metto vicino alla Juventus perché ha una rosa molto larga con giocatori di primissimo livello. Alcuni di loro noi a Roma li conosciamo bene, come Keita e de Vrij. Non ho mai avuto dubbi sulla forza e sulla solidità dell’Inter, ho avuto maggiori interrogativi sulla costruzione della squadra, sull’assemblaggio degli uomini, perché mi sembrano tanti nomi importanti messi però in un contesto in cui non girano a dovere.
Forse Spalletti non è riuscito a dare la sua impronta, non lo so. Però con questa squadra l’Inter doveva fare molto di più. Non doveva stare a combattere per un quarto posto, ma poteva addirittura insidiare la Juventus. Ma rimane una rosa fortissima, basti vedere Icardi che manca per un mese e al suo posto gioca un Lautaro Martinez così in forma. L’Inter è sempre temibile“.
In che modo i nerazzurri potrebbero far male alla Lazio?
“Direi un pò in tutto (sorride, ndr). Ricollegandoci al discorso di prima, la Lazio soffre dietro e incassa tanti gol. L’Inter è spregiudicata, ma non in quanto sbilanciata. Oggi ci sarà Keita che, come anche noi laziali ricordiamo bene, può giocare benissimo il falso nueve ed essere leale.
Forse sotto certi punti di vista è ancora più pericoloso di Lautaro e Icardi, sa giocare molto bene in profondità, non dà punti di riferimento e nonostante l’altezza ha delle gambe potentissime ed è molto bravo a coprire il pallone. Quindi l’Inter mantiene la pericolosità“.
Per concludere, che tipo di gara si aspetta di vedere stasera?
“Una bella partita, anche se non da subito perché la squadre sanno dell’importanza della partita. Esporsi subito può far rischiare di indirizzare la gara in un certo modo, ma entrambi giocheranno per vincerla perché un pareggio potrebbe anche andare bene all’Inter ma alla Lazio sicuramente no. Ecco perché la Lazio deve fare la partita, proprio come ha fatto nel derby.
Va bene studiare l’avversario ma poi deve prendere il controllo del pallone, perché i nerazzurri non sono imperforabili dietro, anzi più di una volta hanno sofferto e subito. Le possibilità per far bene e male all’Inter ci sono. Mi aspetto quindi una gara che darà brio, non vedo un risultato come quello dell’andata. Quando la Lazio ha convinzione diventa più pericolosa“.
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