MERCATO INTER – Spendere o no 60 milioni di euro prima di iniziare il mercato vero e proprio per rinforzare la squadra? E’il dilemma che in queste deve ore suonare alle orecchie dei vertici nerazzurri come un ritornello fastidioso. Le ipotesi che da ieri si sono moltiplicate sull’arrivo di Conte, mettono il cassiere nerazzurro sul chi va là. Mister Spalletti, ovviamente, non avrebbe nessun motivo per rinunciare alle sue spettanze contrattuali fino al 2021. Stiamo parlando di circa 20 milioni di euro al lordo delle tasse, non di spiccioli, a meno di clamorosi passaggi di Spalletti ad altri club.
Conte arriverebbe invece per un contratto almeno biennale da 10 milioni circa netti. Al lordo delle imposte altri 40 milioni in due stagioni. Totale 60 milioni senza aver messo un rinforzo in squadra. La guida tecnica è certo fondamentale ma i gol non li segnano dalla panchina e neanche evitano quelli degli avversari. E’ vero che quando suonerà il gong iniziale delle contrattazioni l’Inter si troverà libera dai paletti del settlment agreement, per la prima volta negli ultimi 4 anni. Ma le norme in tema di break even rule del FFP che prevede perdite massime di 30 milioni nel triennio sono valide per tutti, Inter compresa. Dunque se non intervengono fatti nuovi, la società dovrà valutare attentamente le risorse economiche da destinare alla voce “allenatori” per non sbilanciare i conti, per non trovarsi nella deprecabile situazione di dover penalizzare ancora una volta il rafforzamento della squadra.
Il programma che sicuramente Marotta e Ausilio stanno sicuramente già studiando prevederà risorse fresche e notevolissime provenienti da qualche cessione. Quelle di Icardi e Perisic ad esempio, per non fare nomi ma solo cognomi. E Dio non voglia che non si stia pensando anche a quella di Skriniar, visto che le sirene per lo slovacco suonano da tutta Europa e sono musiche da 80 milioni di euro in su.
La pistola fumante, lo ripetiamo, sarà la risposta alla domanda se Godin è arrivato per offrire una alternativa di enorme prestigio e solidità alla coppia Skriniar De Vrij, oppure se il capitano dell’Uruguay è destinato a rilevare uno dei due. Considerando l’imminente rinnovo contrattuale di Ranocchia, il probabile rientro di Bastoni, quello già formalizzato di Gravillon e quello più lontano ma sempre possibile di Zinho Vanheusden, i centrali difensivi a disposizione di Spalletti o del suo successore non sono un problema, almeno dal punto di vista quantitativo.
Ma al di là dei difensori puri, tutti gli altri reparti languono e richiedono innesti importanti. Investimenti non più rinviabili se si vuole davvero inseguire il salto di qualità, come Suning ha sempre sostenuto. La coperta non potrà essere corta anche quest’anno. Marotta e Ausilio sanno di avere gli occhi dei tifosi puntati su di loro proprio per questo.
Per capire, una volta per tutte, se il gruppo cinese è davvero convinto che investire per crescere è l’unico modo per evitare di continuare a galleggiare nel grigiore oppure se i proclami degli ultimi mesi sono destinati a rimanere parole senza seguito.