“Ti spiego perchè NO”: lettera aperta a Josè Mourinho
Mourinho, ti spiego perchè “No” – Bisogna riconoscere che è merito di Spalletti se l’Inter dopo 7 anni di Purgatorio è tornata “a riveder le Stelle”.
E se tutto va come dovrebbe questo sarebbe il secondo anno consecutivo. Ma per l’allenatore di Certaldo l’avventura nerazzurra sembra giunta al capolinea.
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Conte o Mourinho? Con Spalletti qualcosa si è rotto
E si sa che rimettere insieme i pezzi non è cosa facile. Le pressioni sono divenute insostenibili un po’ per tutti, fuori e dentro lo spogliatoio.
Il punto è che, a prescindere dalle colpe nella gestione del caso Icardi – che, con le dovute differenze assomigliano tanto ai problemi sorti con Totti – sono apparse evidenti responsabilità nella gestione dello spogliatoio.
E Steven Zhang innamorato pazzo di questa Inter avrebbe concesso carta bianca a Marotta per un progetto tecnico che riporti i nerazzurri, dove, per la loro storia, meritano di stare, nell’Olimpo del calcio.
Il popolo interista, anche se nel suo DNA ha impressa la sofferenza, è anche di palato buono e vorrebbe tornare ad essere protagonista.
Due le alternative al tecnico di Certaldo
Le alternative concrete girano intorno due ipotesi: Conte o Mourinho.
I rumors che ruotano intorno ad Antonio Conte dicono che oramai sarebbe fatta. Non passa giorno che non esca una notizia che lo associa all’Inter.
La verità è che, al momento, la prudenza suggerirebbe piuttosto di pensare ad ottenere la qualificazione in Champions per poi guardare al futuro. E sotto questo profilo, non solo appare prematuro, ma anche poco opportuno, discutere di successioni. Ma tant’è. E allora non possiamo esimerci dal parlarne.
Conte-Inter, voglia di cambiamento, mentalità vincente
Conte è fortemente voluto da Zhang Jr. e da Marotta.
Il punto di partenza sembrerebbe proprio questo, ossia la voglia di cambiare e tornare ad essere protagonisti in Italia ed in Europa.
E questa ventata di nuovo passerebbe proprio attraverso l’arrivo di Antonio Conte che incarnerebbe, a parità di competenze con altri candidati, una mentalità vincente.
Ma se questa ipotesi sembrava così scontata ai primi scricchiolii della panchina di Spalletti, in queste settimane si è aperta una nuova e suggestiva ipotesi: il ritorno dello Special One.
Tentazione Mourinho
Alzi la mano chi non lo vorrebbe all’Inter. Tutto il popolo nerazzurro vive il rapporto con lo Special One come quell’eterno amore che non si dimentica mai.
Gli abbiamo perfino perdonato quella fujtina nella notte di Madrid.
L’ipotesi del ritorno del portoghese è certamente suggestiva, e nemmeno così fantasiosa.
Dalla sua, José Mourinho ha ovviamente il ricordo indelebile del Triplete vinto nel 2010.
Un’impresa virtualmente impossibile da replicare, al momento almeno.
Tra “i contro” c’è, invece, la paura di “sporcare” quel record.
I nostalgici reputano Mou perfetto per la panchina nerazzurra. Innanzitutto ha dimostrato di essere un vincente, un vincente intriso di nerazzurro fino al midollo.
Non sono mai mancate, nel corso di questi anni, continue dichiarazioni d’amore a distanza alla sua vecchia fiamma.
Il lusitano ha saputo mantenere costanti rapporti con il mondo interista, in particolare con Moratti e Trochetti Provera, veri sponsor di una rentrée dello Special One, che si sarebbe offerto di tornare al vecchio amore.
Tuttavia, bisogna dire che dopo i trionfi ottenuti con la Milano nerazzurra non pare abbia particolarmente brillato.
E i revival si sa non sempre hanno effetti positivi come dimostra proprio il rientro poco brillante di Mou sulla panchina del Chelsea.
Non depongono bene neppure le spaccature interne che si sono create nel Manchester United, e che lo hanno portato al recente esonero.
E, certamente, non sono il viatico di cui c’è bisogno in questo momento di grande difficoltà nella gestione dello spogliatoio.
Quella frattura con Pogba ci ricorda molto da vicino un’altra rottura. Insomma non vogliamo finire dalla padella nella brace.
Problema cifre
Il nodo principale per far arrivare Conte all’Inter passa attraverso la gestione dell’uscita di Spalletti che costerebbe al gruppo Suning qualcosa come 25 milioni lordi nei prossimi due anni per tutto lo staff dell’allenatore di Certaldo e almeno 35 milioni lordi per Conte, saliti a 40 nelle ultime ore.
La domanda che molti si pongono è: “ma vale veramente la pena spendere 60 milioni per cambiare allenatore?”.
L’ex Chelsea attende l’esito della causa che ha in atto con i Blues, relativa alla risoluzione del contratto. Nel frattempo Conte, che aveva fatto sapere che il suo costo si aggirava sui 10 milioni netti a stagione (17,5 milioni lordi,) avrebbe aumentato le sue pretese alla cifra di 11,6 milioni netti (circa 20 lordi).
Ma chi l’ha detto, poi, che lo Special One costerebbe meno?
L’ingaggio di Mourinho dovrebbe aggirarsi intorno ai 15 milioni netti, ma c’è chi giura che pur di venire all’Inter sarebbe disposto ad un taglio allo stipendio.
Se davvero, però, l’Inter è determinata sulla strada di Conte, per il gruppo Suning non sarà un problema.
E che la direzione sia quella dell’ex CT azzurro troverebbe indizi forti nel legame saldo ed animato da stima reciproca con Marotta.
Conte: Dna Juventino?
Ammettiamolo, sentire che Marotta e Conte dovranno costruire il futuro dell’Inter potrebbe far storcere la bocca a tanti nerazzurri.
Al di là delle suggestioni e degli esperimenti mal riusciti (Lippi e Tardelli in primis), quello che conta è costruire una nuova Inter, progettare un ciclo vincente e per farlo bisogna avere il coraggio di cambiare, ripartire, ricostruire e programmare di nuovo. Ed è quello che Steven Zhang vuole a tutti i costi.
Marotta e Conte sono professionisti. E, del resto, è difficile pensare che possano essere un cavallo di troia in missione segreta.
L’allenatore salentino ha già avuto modo di dichiarare – nel 2013 – che lui è un professionista e che se andasse all’Inter ne sarebbe il primo tifoso, come lo sarebbe di qualunque squadra allenasse.
Affermazione all’epoca molto apprezzata da Massimo Moratti che lo avrebbe certamente voluto.
Per il popolo interista, però, proprio il passato bianconero costituisce un problema di retaggio mentale.
E la paura forse è che da Conte si pretenderebbero risultati immediati che, se non arrivassero, potrebbero mettere subito in discussione il neo arrivato.
Niente di più sbagliato. Per ottenere risultati ci vuole tempo e navigare nella direzione giusta.
Le ombre disciplinari
Tra “i contro” c’è chi annovera anche la squalifica per omessa denuncia quando era allenatore del Siena.
Va ricordato, tuttavia, che Conte fu squalificato alla fine per 4 mesi (sanzione di 10 mesi ridotta dal TNAS) per omessa denuncia ricorrendo al teorema del “non poteva non sapere” e che è stato assolto in sede penale dal GUP di Cremona per non aver commesso il fatto.
Ma forse l’aspetto che ci deve interessare di più è che la Juventus confermò l’allenatore squalificato, saltando quasi metà campionato (15 partite) e la prima fase di Champions, ma alla fine, nel silenzio del lavoro e dell’impegno costanti e sotto traccia, è uscito dal tunnel e ha vinto.
Nessuna questione perciò sulle doti morali e professionali dell’uomo Conte, che se ha sbagliato ha comunque pagato e con un profilo sempre basso si è rialzato, divenendo poi un ottimo CT della Nazionale.
Conte, perchè SI!
Eliminati i pregiudizi a chi si straccia le vesti per un possibile arrivo di Conte, Il Sergente di Ferro sarebbe il profilo ideale per ricostruire uno spogliatoio spaccato e riporterebbe quella disciplina che ha portato alla pessima gestione del caso Icardi.
Conte ha nelle sue corde proprio la valorizzazione e la gestione di giocatori complicati.
Ed è un allenatore che ha dimostrato di essere un vincente, portando al successo una Juventus che non aveva certo talenti del livello di CR7. È riuscito a vincere costruendo dal nulla e motivando il gruppo, in coppia con Marotta.
Anche sulla panchina dei Blues è arrivato e ha vinto, in un ambiente ed un campionato per niente semplici.
Disciplina, spirito di gruppo, programmazione e valorizzazione di tutti, questo dice la storia su Conte e Marotta.
E queste devono essere le parole d’ordine di un nuovo ciclo virtuoso.
Ecco perché Antonio Conte è la figura ideale per la nuova Inter e il suo arrivo garantirebbe anche un mercato da top club condizione, peraltro, indicata come necessaria per l’arrivo sulla panchina dell’Inter.
Solo chi osa vince
Per vincere bisogna essere positivi, intraprendenti, determinati, ed osare.
Perciò bisogna interrogarsi: la minestra riscaldata è la soluzione ideale per tornare ad essere protagonisti?
Certo sulle scelte di mercato pesa ancora la spada di Damocle della qualificazione Champions, ma senza non si potrebbe programmare il futuro.
Occorre la giusta forma mentis se si vuole il salto di qualità. Non scommettere, né giocare d’azzardo.
di Pier Francesco Sica