INTER SPALLETTI – Il rischio che l’Inter deve evitare è quello di gettar via il bambino insieme all’acqua sporca. Le polemiche del caso Icardi hanno lasciato strascichi pesanti e sarebbe sciocco pensare che non avranno code fastidiose anche nelle prossime settimane. La pax armata di cui parla Spalletti, con un gruppo se non unito ma almeno determinato a raggiungere l’obbiettivo della Champions per poi tirare le somme, è discorso realistico. Ma è proprio in questo periodo che si gettano le basi per la costruzione del futuro.
Al di là del massacrante tam tam di testate e social, per districarsi nella selva delle indiscrezioni più o meno fasulle occorre considerare i fatti, solo quelli.
E’ inutile, anzi dannoso, continuare il gioco al massacro sulla panchina nerazzurra. Spalletti ha un contratto fino al 2021, dargli il benservito costerebbe qualcosa come 20 milioni. I cinesi ci penseranno 134 volte prima di dilapidare un tesoretto del genere. La loro riflessione ( e quella di Marotta) partirà da una domanda : è realistico pensare di annullare il gap con la Juventus in un solo mercato? Ovviamente no. L’uscita dal settlement agreement permetterà agibilità di manovra sicuramente diversa da quella degli scorsi anni, condizionati dall’esigenza delle plusvalenze. Ma chi pensa che Suning metta sul piatto del mercato 200 milioni è fuori strada.
Se accadesse saremmo i primi a festeggiare ma la logica non dice questo. Investire per creare il circolo virtuoso tra successi sportivi e ricavi, come ha sempre teorizzato Tronchetti Provera, ma senza cercar scorciatoie. In quest’ ottica si muove Suning, in quest’ottica rientrano l’ammodernamento delle strutture e la scelta relativa a San Siro, secondo la visione d’insieme del gruppo cinese.
Alla luce di questi fattori, la scelta di perdere i 20 milioni del residuo contrattuale di Spalletti non avrebbe alcun senso, come non avrebbe senso andare a pagare 60 milioni di euro in tre anni per Conte o Mourinho. Se il processo di avvicinamento al vertice dovrà essere graduale, Zhang verosimilmente valuterà in primis che Spalletti garantisce continuità gestionale e una ragionevole probabilità sul raggiungimento dell’obbiettivo principale: restare in Champions. Dopo la volata mediatica tra Conte e Mourinho, la vera sorpresa potrebbe essere dunque la conferma del tecnico toscano.
Un solo evento potrebbe far cambiare idea a Suning, a cui sarebbe meglio non accennare neanche per scaramanzia. Se l’Inter dovesse fallire la qualificazione alla maggiore competizione europea del prossimo anno tutto tornerebbe in discussione.
Ma con tutta probabilità in direzioni diametralmente opposte. Venendo a mancare i 50 milioni garantiti dall’UEFA, l’unica opzione logica sarebbe quella di sostituire si Spalletti ma con un tecnico ben diverso dai totem Conte e Mourinho. La logica porta a pensare Maurizio Sarri, se le cose a Londra non dovessero garantirgli la prosecuzione del lavoro appena iniziato. Altri nomi avrebbero le caratteristiche della pura avventura.