MAROTTA INTER- L’Amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, ha parlato in una intervista ai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport di Radio Rai. Tanti gli argomenti trattati dall’ex dirigente della Juventus.
Primi mesi all’Inter? “Un po’ di difficoltà di inserimento c’è stata perché il passaggio da Juventus a Inter comporta difficoltà oggettive di conoscere la quotidianità del club. Sono però 42 anni che faccio questo lavoro, ho una media superiore ai cinque anni per ogni società. E’ un fatto abbastanza normale. Quello che posso garantire all’Inter è l’esperienza, componente importante in un mondo apparentemente facile e invece pieno di grande insidie. Credo che la Juventus possa essere protagonista ancora per diversi anni perché il gap è notevole, ha un fatturato che permette di sborsare emolumenti molto importanti.
Sicuramente la Juventus è un modello vincente non solo per i risultati sul campo o economici che presenta ogni anno, ma anche come riferimento. L’attenuante per l’Inter è che in otto anni ha cambiato tre proprietà. Non c’è ancora stabilità all’interno dell’azienda. Certe dinamiche non sono controllate fino in fondo e certi soggetti riescono a esternare quel che alla Juventus non veniva esternato. Nelle ultime settimane si dice che il vero scudetto è la partecipazione alla Champions. Questo è legato allo strapotere della Juventus, sia al fatto che il Napoli viaggi con 11 punti in meno rispetto allo scorso anno. I bianconeri crescono e le altre non stanno dietro. La potenza della Juventus è indiscutibile e questo garantisce il predominio nazionale ancora per qualche anno.”
Quali sono le percentuali di una permanenza per Icardi?
“Le percentuali sono difficili da fare nel calcio. E’ un ragazzo di 26 anni e sta acquisendo grande esperienza internazionale. E’ una risorsa importante e ha un contratto di due anni, al di là dei rinnovi di circostanza è uno dei migliori giovani, perché lo considero tale, e tra i migliori attaccanti in circolazione. Le valutazioni verranno fatte al momento giusto. La volontà della società è importante, poi c’è anche quella del giocatore.
Quello che abbiamo gestito sono quelle situazioni straordinarie ma che fanno parte della storia del calcio, che annovera in spogliatoio giocatori che devono essere non per forza amici. Ma soprattutto professionisti seri per raggiungere l’obiettivo di inizio stagione. Il gesto di ieri con Perisic è molto bello e dimostra che lo spogliatoio è unito e tutti riescono a concentrarsi sull’obiettivo della società.”
Scambio possibile con Dybala? “Io sottolineo il valore di Icardi, dico anche che Dybala sebbene sia in un processo di momentanea involuzione è oggettivamente molto forte. Lo conosco per le qualità umane e professionali, al di là delle possibilità del giocatore la differenza la fa l’uomo. Anche Icardi è un grande giocatore, deve solo fare esperienza e crescere.”
Perché l’Inter non prende Quagliarella e Pavoletti? “Quagliarella ho avuto il piacere di gestirlo alla Sampdoria e alla Juventus. Purtroppo si ruppe il legamento nel 2010, ma lui è un esempio di longevità calcistica. E’ tipico nei cannonieri ritrovarsi in età più avanzata. Sottolineo il suo valore e quello di Pavoletti ma le dinamiche di una società come l’Inter sono un po’ diverse.”
Il mercato del prossimo anno. “La volontà della famiglia Zhang è migliorare di anno in anno. E’ normale che dovremo puntellare la rosa, dobbiamo migliorare per esperienza e cultura vincente che i nuovi dovranno rappresentare. Stiamo trattando con Godin, che incarna questi valori. Dobbiamo trovare giocatori che possano condizionare positivamente i compagni di spogliatoio da questo punto di vista. La famiglia Zhang vuole fare bene nonostante i paletti del Fair Play Finanziario che non ci lasciano tantissima possibilità di investire”.
Il futuro di Spalletti? “Sicuramente Spalletti è un allenatore che, al di là dei due anni di contratto, sta facendo viaggiare la squadra lungo gli obiettivi prefissati. Abbiamo gli stessi punti dell’anno scorso e siamo terzi. Lo scorso anno eravamo quinti. L’obiettivo Champions è alla portata e speriamo di poter raggiungerlo, perché è prioritario. E’ giusto dargli fiducia perché ha dimostrato di poter raggiungere traguardi importanti.
Le voci sono una conseguenza del fatto che Antonio Conte è libero, ma soprattutto rappresenta un profilo di allenatore vincente. Ho avuto modo di lavorare con lui, è un allenatore che si inserisce in modo molto forte. Ha dimostrato di vincere con la Juventus e col Chelsea, ha fatto grandissime cose con la Nazionale, è normale venga accostato a questa o quella società. Sottolineo però come Spalletti abbia creato una struttura di squadra sempre in crescita. Abbiamo lui ed è giusto elogiarlo per i risultati ottenuti.”
Più difficile vincere la Champions o lo scudetto? “Sicuramente è molto più difficile vincere la Champions che non lo scudetto. La differenza sostanziale tra i due tornei è legato al fatto che in uno ci sono circostanze anche favorevoli che ti aiutano, il sorteggio o i mancati infortuni o squalifiche. Nel campionato i valori assoluti vengono fuori, se la Juventus è molto più forte è difficile fare concorrenza, però si può lottare con il coltello trai denti e tentare di dare fastidio.”
Quanto è importante lo stadio per una società? “E’ una situazione importante per due valenze. E’ un asset patrimoniale fondamentale, la seconda valenza è commerciale. Lo stadio deve garantire senso di ospitalità, debellare la violenza e dare grande senso di appartenenza ai tifosi che devono sentirsi a casa. Lo stadio garantisce ricavi fondamentali, lo abbiamo visto con l’Allianz Stadium dove si viaggia alla media di 50-60 milioni annui. E’ una voce rilevante.”
Var e arbitri.
Io sono assolutamente favorevole alla tecnologia, ci sta aiutando ad eliminare gli errori. La Var non è uno strumento perfetto, i fuorigioco vengono letti nei migliori dei modi così come i falli violenti. La differenza sta soprattutto nei rigori, particolarmente per il fallo di mano. Questo nasce dall’interpretazione che l’Ifab, l’organismo che stabilisce le regole, che non si rende conto del fatto che c’è il Var e quando si deve disquisire su volontarietà o meno si torna molto nella soggettività. Credo sia auspicabile avere regole più semplici e interpretabili.
La lotta salvezza è stata falsata da Spal-Juventus? “Direi di no, perché come ha dichiarato Allegri oggi il pensiero fisso della Juventus con lo scudetto in tasca è la Champions. Se anche avesse giocato la miglior formazione in queste occasioni si cerca di evitare gli scontri pensando all’impegno europeo.
C’è un aspetto importante, che la Juventus sia l’unica società della seconda squadra e il fatto che abbia preso giocatori da lì è un’apripista importante. Contro l’Ajax ha i risultati dalla sua, sebbene gli olandesi abbiano dalla propria una grande spensieratezza. Nel turno precedente ha vinto a Madrid dopo aver perso in casa, ma la Juventus ha tutte le carte in tavola per passare il turno.
Sperate che la Juve vada in semifinale affinché non pensi troppo alla sfida contro l’Inter? “Inter-Juventus viene definito il derby d’Italia, per cui si lasciano da parte le valutazioni di classifica.”