JUVENTUS MOURINHO – Anche quest’anno è andata così, nonostante Cristiano Ronaldo. La Juventus esce sconfitta di fronte al proprio pubblico sbigottito nel vedere la banda di ragazzini olandesi prendere a pallonate la corazzata bianconera. Il vantaggio di CR7 aveva fatto sognare tutti, illusione durata pochi minuti visto il pareggio quasi immediato dell’Ajax. Poi nella ripresa il tracollo, fisico e mentale, di una squadra messa continuamente in difficoltà dalla capacità di palleggio a velocità folli dei ragazzini terribili.
Finisce anche per quest’anno il sogno di un popolo. A dire la verità l’ambizione reale, quella del triplete, era già svanita con l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell’Atalanta. Uscire ai quarti, dopo una rimonta clamorosa ed entusiasmante come quella con l’Atletico, con il giocatore più decisivo della storia della Champions finalmente dalla loro parte non era in preventivo. E non sarà certo sufficiente l’ennesimo scudetto che probabilmente arriverà sabato prossimo a Firenze a lenire la delusione.
C’era fiducia enorme nell’ambiente bianconero dopo aver fatto fuori i Colchoneros del Cholo Simeone, forse troppa. La finale sembrava dover arrivare quasi per diritto divino. Ma c’era qualcuno che, dopo aver regalato un brutto sgambetto ai bianconeri allo Stadium tre mesi fa, aveva visto lungo e preannunciato segni di sventura. Josè Mourinho, non più tardi di pochi giorni orsono si era espresso così: “Barcellona e Juventus hanno un leggero vantaggio ma non mi sorprenderebbe se una delle due o entrambe venissero eliminate. Penso che l’Ajax sia una squadra senza pressioni in questa competizione. Il Bayern Monaco doveva vincere la Champions, il Paris Saint-Germain anche. I club inglesi erano lì per vincere.
Così come il Real o l’Atletico Madrid. All’Ajax nessuno pensava di avere qualche minima possibilità di vincerla, eppure ce l’hanno. In questo momento sono una squadra migliore di quella di due anni fa. Hanno due o tre giocatori con più esperienza anche se andare contro la Juventus è una sfida difficile, ma è possibile”.