INTER MOURINHO– José Mourinho, torna a parlare, ad i microfoni di DAZN, di se e della sua indimenticabile esperienza in nerazzurro. Il tecnico portoghese, ha toccato l’apice della sua immensa carriera, con il ”Triplete” conquistato alla guida dell’Inter nel 2010. Iscrivendo il suo nome e quello del club nerazzurro nella storia dello sport più amato al mondo.
Ecco uno stralcio della lunga intervista rilasciata dal portoghese a Diletta Leotta: “A Milano ho trovato una famiglia incredibile che mi ha fatto essere felice ogni giorno. La connessione coi tifosi è il risultato dei risultati: quando si vince si è felici.
Abbiamo vinto e abbiamo creato empatia che rimane: per strada a Londra mi arriva un interista che mi abbraccia. L’Italia è stato un habitat naturale per me: quando lavoro in Inghilterra devo essere diverso rispetto alla mia natura, mentre in Italia c’è il modo incredibile di vivere il calcio ogni giorno. Questo è molto latino”.
L’ex Chelsea e Real Madrid ha proseguito parlando del rapporto speciale che si era creato con il gruppo ad i suoi ordini: “L’Inter é famiglia. Qualcuno è ancora giocatore, qualcuno è allenatore, qualcuno è in. vacanza permanente: però siamo lì, come se fosse ieri. Non è possibile fare qualcosa di speciale solo per l’allenatore: era un gruppo e una famiglia speciale. Loro hanno tirato fuori il meglio di me. Io ho aiutato tanti di loro ad arrivare al top, ma tanti di loro sono riusciti con me. Il discorso prima del Barcellona?
Mi è uscito dal cuore: quando ho vinto la prima Champions mio figlio aveva 4 anni e in quella stagione mi diceva che voleva vincere la Champions, ma che poteva ricordarla. Io ne parlai coi giocatori, parlando dei figli di tutti: magari era l’ultima possibilità per loro di vincerla. Abbiamo messo quella sensazione nella quale potevamo stare cinque ore e il Barcellona non avrebbe mai vinto”.