INTER JUVENTUS – Non è difficile prevedere che sabato sera tutte le telecamere saranno puntate su di lui. La Gazzetta dello Sport racconta oggi il primo Inter Juventus di Beppa Marotta sull’altra sponda. Le emozioni dell’Ad nerazzurro saranno parecchie e intense. Il cambio radicale, la sua voglia di rivincita, i rapporti con la sua vecchia società. Ma anche le similitudini tra le due esperienze.
“Nel 2010 Marotta entrò in una Juventus che aveva appena nominato – 12 giorni prima – Andrea Agnelli presidente. E nel 2018, dopo l’addio al club bianconero, Marotta approda in nerazzurro un mese e mezzo dopo la nomina a presidente di Steven Zhang.”
L’Inter del 2019 non è la Juventus del 2010. A Milano Marotta ha trovato l’Europa che conta già conquistata, a Torino fu compito suo costruire tutto il percorso. All’Inter il dirigente cerca una rivincita prestigiosa, le sue scelte sarebbero state diverse se non avesse avuto la ragionevole certezza di potersela giocare alla pari con i bianconeri in un tempo non lunghissimo.
Di certo quando nello scorso dicembre ha preso possesso del suo nuovo ruolo, Marotta non pensava di trovarsi, da lì a poco, in un vero e proprio “ girone dantesco, tra giocatori da sospendere, altri da multare per presunti ritardi aerei, mogli da gestire, richieste di cessioni, spogliatoio e allenatori da difendere e coccolare.”
La Gazzetta riporta le battute dell’Ad nerazzurro, che ricorda con nostalgia le tranquille cene torinesi, gli orari normali, mentre in Corso Vittorio Emanuele il massimo della vita sono panini consumati agli orari più strani, tra un problema da risolvere e l’altro. “Ma non ci fossero stati tanti panini da mangiare, forse, non l’avrebbero neppure chiamato”, chiosa il quotidiano milanese.
La partita di sabato sera rappresenta per Marotta il punto di rottura vero con il suo passato ed il momento più delicato di questo primo scorcio di esperienza nerazzurra. I 6 mesi che si era dato per capire l’ambiente nerazzurro stanno scadendo, il derby d’Italia darà indicazioni precise anche a lui, per orientare il processo volto all’ upgrade: dalla qualificazione Champions come scudetto al tricolore vero e proprio.
Fonte Gazzetta dello Sport