INTER JUVE – Intervistato da “La Gazzetta dello Sport“, Patrick Vieira, allenatore del Nizza e doppio ex di Inter e Juventus, ha parlato della importante sfida di stasera.
Così il tecnico della squadra di Ligue 1: “Seguirò con attenzione la partita. La Juventus è la società più strutturata tra quelle dove ho giocato. Dalla dirigenza ai tifosi, tutti hanno chiaro il ruolo. E i giocatori sanno di venire dopo l’istituzione. E’ una forza che permette al club di restare ai vertici. Da Torino me ne andai subito, ma a fine carriera non volevo giocare in B. Ho avuto la fortuna di andare all’Inter, un club più familiare ma che manca di rigore. Sarà una battaglia. Nessuno vuole perdere. In ballo c’è pure l’onore, in campo e sugli spalti. Magari l’Inter rischia di più, ma la Juve non farà la distratta. Serie A? Sta tornando agli antichi splendori. Ma è soprattutto la Nazionale di Mancini a indicare la giusta direzione: gioca in modo offensivo, per vincere con i giovani. Che di solito hanno poco spazio in Serie A perché c’è molta pressione, paura di sbagliare e rischiare. Di talento invece ne avete“.
Poi sul problema del razzismo in Italia: “Non è cambiato niente dai miei tempi. Quando un Tavecchio da presidente federale fa certe dichiarazioni, è impossibile che si cambi. C’è molta ignoranza e poca educazione. La tecnologia negli stadi permette di identificare e punire i razzisti. Se i club non lo fanno, vanno tolti punti. Le multe non servono. Giusto fermare le partite? Si, ma spetta anche a noi neri essere più solidali. Anche da avversari. Se un nero si fa insultare, tutti i neri dovrebbero uscire. E i bianchi? Anche, ma non credo succeda, viste le dichiarazioni di Bonucci dopo gli insulti a Kean a Cagliari. Io simbolo di una Francia multietnica e in Italia figli di immigrati nati nel vostro paese non sono italiani? E’ un’assurdità. L’Italia si priva di opportunità e apertura intellettuale. Si nega il futuro. L’Italia rimane ignorante rispetto ai cambiamenti del mondo. E tutto ciò rinforza il razzismo“.