E’ certo: Icardi sta rovinando la vita dei tifosi nerazzurri

Pochi sanno quanto possa essere dura la vita di un interista in queste settimane. Qualcuno ne dubita? Proviamo a dare alcuni flash.

– Ore 7 sveglia: mentre si rade nella sua mente passa in rassegna gli impegni importanti della giornata. Il primo è capire perché chi sarà il nuovo allenatore dell’Inter. E’ stato anche l’ultimo pensiero della notte precedente ma le poche ore di sonno non hanno portato consiglio. Spalletti bho, Conte si ma…, Mourinho ehhh…

 

– Alle 7,20 colazione: chissà perché le mogli della pubblicità in televisione a quell’ora sono già truccate, pettinate, tacco 12 d’ordinanza già calzato mentre quella dell’ interista medio ricorda la nonna Abelarda dei fumetti di qualche decennio fa. Il nostro tifoso, mentre butta giù il 15mo biscotto Balocco e riflette che in fondo c’è sempre qualcosa di peggiore della situazione dell’Inter.

Sull’autobus che lo porta al lavoro, primo giro di consultazione dei siti nerazzurri. Ogni 10 secondi gli si apre un nuovo scatto di Icardi e Wanda Nara. “Devo buttarlo nel cesso sto cellulare, cerco le notizie sull’Inter e questo mi va su You porn

– Ore 8 entrata al lavoro: “però Mourinho, tornasse lui…” pensa fra sé dopo aver visto la pila di pratiche che i colleghi milanisti gli hanno lasciato sul tavolo la sera prima.

– Alle 10 pausa caffè : occasione d’oro per sfottere quei poveri illusi juventini. Arriva al bar fischiettando “co..come mai, co…come mai…” ma subito si rende conto dell’errore. Uno di loro ha in mano la Gazzetta e capisce immediatamente che col piffero gliela lascerà nei pochi minuti di pausa. Saluta l’amico al grido di “Van de Beek e De Ligt due di noi” accompagnato dal gesto dell’ombrello. Ma lui voleva leggere del toto allenatori nerazzurri e del mercato. Riesce a sbirciare che Lavezzi non è tra le priorità di quest’anno e si rincuora.

– Ore 13 pranzo: intravede Paventi su Sky Sport, Zhang non vuole spendere Spalletti resta. Prima di rientrare altro sguardo al cellulare: Icardi e Wanda Nara hanno cambiato posizione, le contorsioni dei due argentini lo fanno alluzzare “quasi quasi stasera ci provo anch’io con nonna Abelarda ma dove lo trovo uno che mi dipinge da capo a piedi prima di cena?”

– Ore 14,00 rientro al lavoro : secondo un paio di colleghi di provata fede nerazzurra si sta facendo strada anche il nome di  Sarri. “Come allenatore mi piace” riflette il nostro tifoso “ e poi chissà…dette del frocio a Mancini, magari ci fa anche lui un servizio hard con la Marlboro in bocca”.

– Ore 18,30 fine giornata: aperitivo: un amico gobbo lo percula con l’ottavo scudetto. Si rifà con l’altro, il povero milanista, sbattendogli in faccia per la 1563ma volta il file di Suma  “voglio morire adesso”.  Nel frattempo controlla le news sul  cellulare.  Icardi e Wanda si sono spostati, dalla Bentley sono passati alla Twingo. Icardi ha una faccia strana, il pomello del cambio sta proprio all’altezza delle chiappe, ma vuoi mettere quanti click anche oggi?

– Alle 20:30 finalmente a casa: Nonna Abelarda, dopo due convenevoli gli dice di sperare nel ritorno di Gasperini, l’unico che fa giocare le squadre come si deve.

Il nostro interista  nasconde una lacrima furtiva, fingendo di essersi infilato un dito in un occhio,  ripensando anche all’Inter di Gasp che prese tre pere a Novara.

– Ore 23 a letto: ripensa ancora alle foto di Wanda Nara, vorrebbe provarci… poi vede nonna Abelarda vicino a lui. Una sigaretta lo aiuta a distogliere dalla mente i cattivi pensieri. E’ ora di dormire. Facile a dirsi dopo una giornata così. L’unico modo è contare non le pecore ma gli allenatori dell’Inter dal Triplete in poi.

Domani è un altro giorno, ma la storia non cambia.

– Ore 7 sveglia: la moglie cerca di essere carina e premurosa e gli chiede “hai dormito bene caro stanotte?”  Il nostro tifoso guarda fuori dalla finestra, fa finta di non sentirla.

Sente al primo notiziario che Ranocchia ha rinnovato il contratto per altri due anni.  Ripensa ad una frase di Woody Allen:”ho pure smesso di fumare, vivrò una settimana in più e quella settimana pioverà a dirotto”.

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Giacomo Beretta