Anche l’Italia sotto le grinfie dell’Europa, solo Ausilio può salvarla
Anche l’Italia subisce le sanzioni dell’Unione Europea, un’esperienza che i tifosi interisti conoscono già bene per esserci passati
Da oggi anche l’Italia è sotto Settlement agreement. Bruxelles, come l’Uefa con l’Inter, ha deciso che la nostra società non possa continuare a presentare bilanci sempre in rosso e con un debito che cresce anno dopo anno. A differenza dell’Inter di Moratti, Conte (non l’allenatore, l’altro), Salvini e Di Maio sono riusciti a farsi mettere le manette dall’Europa senza neanche fare il Triplete. Almeno i tifosi nerazzurri, prima di piombare nell’inferno del FFP, una bella soddisfazione se l’erano tolta, e con il ricordo di quella stanno campando fino ai giorni nostri. Almeno Moratti e la sua Inter avevano messo sotto tutti in Europa, i rappresentanti del Regno Unito che ancora non pensavano alla Brexit, i gaudenti spagnoli e gli epigoni della Merkel, altro che scambi di lettere.
Il Triplete illuse tutti che l’Inter potesse dominare la scena per anni, ma Milito e Maicon, Julione e Eto’o, avevano fatto i conti senza i bilanci. La triade che governa il paese non è riuscita nello stesso intento. Le sue vittorie (se così si possono definire) si fermano a due, il reddito di cittadinanza e quota 100, un po’ come la Juventus, abituata a campionati e coppe Italia in serie ma senza mai portare a casa le grandi orecchie dell’Europa.
Ennio Flaiano diceva che la situazione politica in Italia è grave ma non seria. E allora, visto che lo sosteneva un personaggio del suo spessore, ci permettiamo di proseguire sul filo dell’ironia per dare un consiglio ai nostri governanti, ad uno soprattutto, il Presidente Mattarella, a cui, e qui siamo seri, va la nostra stima ed il nostro grande apprezzamento. Per uscire dalla crisi e mettere Bruxelles con le spalle al muro, Mattarella studi il decennio interista post 2010 e si renderà conto che la grande famiglia nerazzurra può mettere a disposizione del paese le risorse per uscire dalla crisi. La traversata nel deserto, come per i tifosi nerazzurri, non sarà breve neanche per gli italiani, costerà lacrime e sangue ma alla fine il paese potrà respirare, come l’Inter sta tornando a fare proprio in queste settimane con l’uscita dal SA.
Walter Sabatini non fa più parte della famiglia nerazzurra, Piero Ausilio si, se Mattarella li chiamasse al Quirinale risponderebbero di certo con il senso civico proprio di ogni buon nerazzurro. Loro due sono stati gli strateghi dei bilanci più difficili, quando l’Uefa stava sul nostro collo giorno e notte come in queste ore Dombrovskis e Moscovici con il malcapitato ministro Tria.
Mattarella si liberi di Salvini e Di Maio, che tutt’al più saranno buoni a mettere qualche altra tassa per tener buoni i falchi dell’UE. Altra roba la lucidità, la fantasia, le capacità persuasive di Sabatini e Ausilio per mettere insieme quel paccone di plusvalenze da portare in Europa e dire “ecco qua, ora non rompete più le balle”. Vendere qualche giovane della Primavera, architettare l’affare Skriniar-Caprari, comprare mezzo centrocampo della Fiorentina arrivata a metà classifica l’anno prima e far contenti i giannizzeri europei e pure i tifosi nerazzurri, con il ritorno in Champions dopo 8 anni, a chi altri poteva riuscire se non a due nerazzurri? Salvini e Di Maio saranno bravi a parlare di ruspe e di Rousseau (in che squadra gioca ‘sto francese? se fosse buono Marotta potrebbe buttarci un occhio) ma volete mettere? Altra roba, altra classe Sabatini e Ausilio, a loro l’Europa gli farebbe un baffo.