A leggere i social c’è da sorridere. Tanti, troppi, sono già in crisi di nervi al 25 giugno causa mercato nerazzurro, arrivare al gong del 2 settembre non sarà facile per questi amici tifosi. Atteggiamento del tutto comprensibile, intendiamoci, considerando la voglia generale di assistere finalmente ad un mercato all’altezza del blasone nerazzurro dopo anni di vacche magre imposte dal settlment agreement.
Ma ci sono fatti che non possono essere bypassati neanche dopo questa lunga traversata nel deserto. Innanzitutto il timing del mercato nerazzurro: il 30 di giugno si chiude il bilancio 2018-19, entro quella data sarà necessario formalizzare le cessioni più che acquistare. Ogni euro di plusvalenza contabilizzato entro quella data tornerà utile per i mercati futuri, dunque una amministrazione oculata fa bene a pensare prima a riempire il salvadanaio e poi ad investire. Le plusvalenze da quest’anno non le impone nessuno all’Inter, sono una scelta della società, ma tutti sappiamo l’importanza di averne a bilancio in ottica ricavi e per il rapporto con il monte ingaggi.
Nel frattempo ovviamente si pensa anche alla squadra del futuro. L’acquisto di Sensi non provoca entusiasmi particolari, come è ovvio. Un buon giocatore, un’ ottima alternativa, che arriva con una operazione a costo zero tra prestito e cessione del solito Primavera (Adorante secondo le voci dell’ultimo minuto). L’arrivo di Godin passa inosservato solo perché ormai metabolizzato da tempo, ma dire che è l’acquisto più importante del mercato nazionale fino ad oggi non è un’iperbole.
La particolare abilità dei tifosi nerazzurri nel farsi del male è poi amplificata dalle voci di mercato degli altri. Leggere di Rabiot e De Ligt che potrebbero vestire la maglia bianconera da qui a breve non aiuta certo il sistema nervoso dei supporters interisti. Ma anche qui una riflessione è d’obbligo: chi spera di chiudere il gap con la Juventus in un solo anno probabilmente s’illude, ogni controindicazione sarà accettata con entusiasmo.
Molto più razionale e verosimile prevedere la prosecuzione del processo che la politica del gruppo Suning ha imposto. Nessuna gara contro il cronometro, piuttosto una marcia di avvicinamento ai vertici, step by step ma sicura. I due anni di ritrovata Champions League sono un punto di partenza, da qui occorre iniziare la scalata verso i traguardi più prestigiosi.
E ci sono fondati motivi per ritenere che dal primo di luglio in poi il mercato nerazzurro cambi marcia. Gli uomini targati Suning devono dimostrare di tener fede ai proclami fatti anche recentemente, Marotta non può permettersi di cedere Icardi e non avere chiaro il quadro di rafforzamento complessivo di cui la squadra necessita per non andare incontro a critiche pesanti legate anche al suo passato. E infine Conte, mister ambizioso e pure lui con qualcosa dei tempi indietro da farsi perdonare, non è certo arrivato a Milano per tirare a campare. Non glielo consente il suo carattere ma neanche lo stipendio faraonico né le aspettative dei tifosi.
Dzeko, Lazaro e Barella dovrebbero essere alle porte, ma nei prossimi giorni scommetteremo volentieri due euro sull’arrivo di un nome a sorpresa per il centrocampo, un mister X per ora gelosamente custodito nelle agende di Marotta e Ausilio ma la sensazione è che il colpo a sorpresa possa starci, specialmente se davvero dovesse essere in uscita Nainggolan come sembra in queste ore.
Lukaku è il nome sulla bocca di tutti per prendere il posto di Icardi. Il Manchester chiede una somma enorme ma le trattative lampo sono un’eccezione a questi livelli, meglio mettere in conto giornate lunghe e penose in attesa di novità. Il tutto dando per scontato che Icardi e anche Nainggolan salutino la compagnia nerazzurra, ipotesi più che probabili ma le cui fondamenta sono ancora tutte da costruire, almeno a quanto è dato sapere.
Tutto in casa Inter ruota intorno a due personaggi, Marotta e Conte, due ex bianconeri cui la sorte e Suning hanno voluto mettere in mano i destini dell’Inter, giocando anche d’azzardo in qualche misura. Il valore dei due nei rispettivi ambiti è fuori di discussione, i loro palmares parlano chiaro mentre il loro percorso professionale li espone ad un sospetto latente, pur se nascosto da tonnellate di speranze e che solo risultati importanti potranno dissolvere.
In questa prima fase di mercato il loro operato ricorda da vicino il Don Abbondio di manzoniana memoria. Come lui scansava con il piede i sassi dalla strada raffigurando con questo gesto il carattere del prete di campagna, timoroso di tutto e desideroso di rimuovere ogni possibile ostacolo alla sua fragile tranquillità, allo stesso modo Marotta e Conte stanno scansando con i loro piedoni i problemi rappresentati da Nainggolan e Icardi, mettendoli per ora da parte. Alla fine del mercato vedremo dove e come li avranno fatti rotolare.
Don Abbondio ebbe la sfortuna di trovare i bravi di Don Rodrigo in fondo al suo cammino. Marotta e Conte, dopo il primo luglio, dovranno avere invece non la fortuna ma l’abilità di trovarli davvero, quelli bravi. Tempus fugit, le aspettative dei tifosi no…