L'amministratore delegato dell'Inter, Giuseppe Marotta, è stato intervistato in esclusiva da Sky Sport dal collega Federico Ferri. L'ex dirigente bianconero ha chiarito la posizione dei nerazzurri nei confronti di Mauro Icardi e Radja Nainggolan.
Da quando Marotta è arrivato all’Inter, ci sono state due situazioni che hanno portato molti a dire: “Ecco, si vede che c’è Marotta”. Ovvero il provvedimento disciplinare a Nainggolan e la vicenda Icardi. Esiste un “metodo Marotta”?
“Non è un metodo Marotta, è un metodo che deve essere utilizzato in tutte le comunità: significa avere delle regole precise, avere dei diritti, ma soprattutto dei doveri. E questi doveri devono essere sempre rispettati”.
Icardi ed anche Nainggolan non sono centrali nel nuovo progetto nerazzurro, almeno stando alle notizie di oggi. Hanno ingaggi rilevanti e non sono cessioni facili in assoluto. Come si esce da questa situazione?
“Se ne esce innanzitutto con la chiarezza e la trasparenza. In una progettualità bisogna anche trovare i profili giusti. Questa è la strada che stiamo percorrendo: abbiamo avuto modo di parlare con molta schiettezza ai diretti interessati, pur nel rispetto di quello che sono i loro valori contrattuali e professionali ma abbiamo spiegato quella che è la presa di posizione della società. Questo penso che sia l’elemento più importante. Entrambi sanno di questa situazione che non significa che vengono sminuite le loro capacità. Sono entrambi degli ottimi giocatori e ottimi talenti. Ma il talento da solo fa vincere le partite, poi è la squadra che fa vincere il campionato. Di conseguenza non rientrano nel nostro progetto, lo dico con la trasparenza e il rispetto che è loro dovuto”.
Icardi sarà a disposizione di Conte? Potrà essere in qualche modo recuperato alla causa? E se sì attraverso quale percorso?
“Una cosa è affermare che Icardi è sul mercato, una cosa è rispettare gli aspetti contrattuali, un accordo collettivo che prevede comunque che il calciatore debba prendere parte agli allenamenti. Noi non vogliamo assolutamente venir meno ai nostri doveri. Poi ci sono anche dei diritti come quello dell’allenatore di scegliere la formazione in campo”.