Icardi – Marotta è scontro, uno dei due può uscirne con le ossa rotte
La situazione di Icardi è ferma alle parole dell’ex capitano di non voler lasciare l’Inter. La società per bocca di Marotta ha confermato
Se Icardi e Nainggolan sono fuori dal progetto, come ha dichiarato Beppe Marotta nella conferenza stampa di domenica scorsa, il brutto deve ancora da arrivare.
Il Ninja sta dando segni di apertura verso la Cina, che con tutta probabilità è l’unica destinazione che potrebbe permettere all’Inter di evitare una cospicua minusvalenza. La sua vicenda si prospetta dunque difficile ma non impossibile.
Dove invece molti temono uno scontro al calor bianco è sulla conclusione della Icardi story. Wanda Nara finalmente tace, almeno ufficialmente, l’ex capitano pure, mentre suda sul campo del ritiro svizzero.
Questa però è l’unica buona notizia, perché per il resto il barometro segna tempesta. Le ultime voci riportano la totale indisponibilità di Icardi ad aprire anche solo uno spiraglio alle sirene napoletane, con De Laurentiis tuttora impegnato ad organizzare un’offerta soddisfacente per lui e per l’Inter.
Dall’estero non arrivano segnali di interesse dai top club che potrebbero solleticare la fantasia dei due argentini, aprendo una prateria al predatore in serena attesa di veder passare la preda sotto la sua tana per aggredirla senza scampo, la Juventus ovviamente. In conferenza stampa Marotta ha detto che non ci sono le condizioni minime per pensare a questo scenario, non dimentichiamo affatto le sue parole che è auspicabile rappresentino un muro insormontabile. Ma il tam tam delle indiscrezioni dice altro e capire dall’esterno quale sia la verità non è cosa semplice.
Comunque stiano le cose, un fatto appare evidente: il micidiale mix tra le condizioni di mercato e le volontà della coppia Icardi Wanda Nara, stanno costruendo un vero e proprio monopolio dell’offerta a favore dei bianconeri, regime sognato da qualsiasi club per trattare un trasferimento così importante. E proprio facendosi forza di questa beata solitudine, da Torino arrivano segnali inquietanti per quanto riguarda l’offerta economica, al limite della presa in giro. 40/45 milioni riportano le indiscrezioni, poco più del giovanotto “da plusvalenza” di turno.
Non sono pochi i tifosi che pur di non vedere più Icardi con la maglia nerazzurra sarebbero disposti anche a questa follia, ma c’è una persona che su questa vicenda rischia la sua immagine. Beppe Marotta sa perfettamente che non può permettersi di farsi sfilare di mano un giocatore pur problematico come Icardi per il tozzo di pane offerto in maniera quasi irridente dal suo vecchio delfino Paratici, oggi il suo principale nemico sullo scenario di mercato.
Nonostante la caduta a picco di Icardi nelle simpatie dei tifosi, ben pochi sarebbero disponibili ad avallare una conclusione simile che rappresenterebbe una beffa enorme per la società nerazzurra e tutto sommato anche per l’Ad, che diventerebbe in un attimo colui che ha venduto uno dei tre centravanti più forti d’Europa ad una diretta concorrente e storica rivale per una cifra irrisoria ed ingiustificata da qualsiasi parametro.
A Marotta resta dunque un lavoro difficile ma non impossibile per un vecchio marpione del mercato come lui, convincere Icardi ad accettare Napoli oppure costruire le condizioni per ricevere altre offerte da far accettare all’ex capitano.
Il quale non se la passa certo meglio. Per i motivi che abbiamo spiegato, la sua posizione di attesa della Juventus entra di ora in ora sempre più in conflitto con quella di Marotta, con scarse possibilità che sia lui alla fine ad avere la meglio. La sua irremoviibilità rischia dunque di metterlo nella condizione di trovarsi ancora all’Inter quando arriverà il gong del mercato con la seria possibilità di passare un’intera stagione a vedere giocare gli altri. Il nodo è aggrovigliato, parecchio e male. Interessi economici ed orgoglio personale confliggono pesantemente e possono trovare una composizione solo con una soluzione condivisa, unica via d’uscita per evitare un bagno di sangue per uno dei due protagonisti.