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Mercato: Altro che acquisti boom, “la Juve deve vendere e in fretta”

Marco Bellinazzo certifica una realtà  che molti osservatori avevano già  intravisto nei conti della Juve. I bianconeri devono vendere

C’è un motivo assai concreto dietro il nervosismo che circola in queste ore in casa bianconero, evidenziato come al solito assai chiaramente oggi da Marco Bellinazzo nel suo blog sul Sole 24 Ore. “La Juve deve vendere e deve farlo in fretta.” Non ci sono solo strategie di mercato per dare a Sarri un gruppo  gestibile per quantità e ambiziosissimo per le qualità possedute e non si tratta più neanche delle plusvalenze, importanti ma non decisive da sole nell’ambito dell’equilibrio dei bilanci dei club.

La Juve deve “liberare spazio alla voce “costo del lavoro”, che allo stato attuale sarebbe pari, per la stagione appena iniziata, a circa 500 milioni . La concentrazione di top player nell’organico della Juventus… sta infatti determinando un appesantimento sia a livello di ingaggi che di ammortamenti difficilmente sostenibile a medio-lungo termine.”

Bellinazzo evidenzia che l’importo di spese per il personale nella prima parte dell’esercizio 2018-19 ammonta a circa 143 milioni al lordo delle imposte, cui sono da aggiungere 78 milioni a titolo di ammortamento. Totale 221 milioni che, rapportati all’intero esercizio sommano circa 442 milioni di euro. Per la stagione che va ad iniziare, a questo devono essere aggiunti stipendi e ammortamenti dei nuovi acquisti (o rientri) De Ligt, Rabiot, Ramsey, Higuain, ovvero altri 70 milioni tra ingaggi (50) e ammortamenti (20).

“In definitiva, senza cessioni, la Juve ad oggi dovrebbe avere un costo della rosa complessivo intorno ai 500 milioni…A fronte di ciò la crescita del fatturato strutturale del club presieduto da Andrea Agnelli non è al momento sufficiente. Secondo le stime di Banca IMI il giro d’affari dovrebbe raggiungere nell’esercizio 2019/2020 ricavi operativi per circa 500 milioni, al netto delle plusvalenze”.

E’opportuno ricordare che uno dei parametri che fa scattare l’allarme dell’Uefa sui bilanci è proprio il rapporto tra costo del lavoro e fatturato (al netto delle plusvalenze) che non può superare il 70%.

E a testimonianza di un equilibrio da ritrovare, Bellinazzo cita il caso del Real Madrid che nel 2017/18 (CR7 era ancora in organico ai blancos) aveva un costo del personale di circa 340 milioni di euro e ammortamenti per 102, dunque, anche in questo caso,  440 milioni di euro in totale. Ma il fatturato madridista parlava all’epoca di  circa 700 milioni, senza considerare le plusvalenze