Caso Icardi: parla il legale dell’attaccante argentino
Dopo la notizia di ieri sera, poco fa ha parlato Giuseppe Di Carlo, avvocato di Mauro Icardi, circa la causa promossa dal giocatore nei confronti dell'Inter. Il legale ha parlato a “SportMediaset“.
Qui l'intervista completa riportata dal sito della stessa emittente televisiva:
Avvocato, partiamo dal documento. Le sue pagine circolano sui social, sulle chat. Com’è successo?
“È inspiegabile. Mai vista una cosa del genere. Ho visto il documento diffuso integralmente con gravissime violazioni della privacy. Senza omissis. Circola di tutto: indirizzi, nomi, numeri di telefono. Qualcuno dovrà risponderne. Soprattutto chi lo ha pubblicato”.
Tutti sono sorpresi dalla richiesta di risarcimento. È stata definita l’attacco più pesante di una guerra che sta logorando le parti…
“Voglio chiarire. La richiesta di risarcimento è una conseguenza necessaria dell’atto. Non fa parte di un’iniziativa personale del giocatore. L’atto sarebbe stato incompleto senza la specifica di risarcimento del danno subito non inferiore al 20% del compenso annuo”.
Ci faccia capire, Icardi non le ha chiesto di ottenere un risarcimento dall’Inter?
“No, vi ripeto, è una formula obbligatoria della domanda. Non avrei potuto fare diversamente. Sarebbe stato un documento monco. Se il Collegio certificherà la condotta discriminatoria dell’Inter, il risarcimento sarà una conseguenza naturale. Vale per tutti, non solo per Icardi”.
Quindi è una questione in cui i soldi c’entrano fino a un certo punto…
“Certo! Anzi, vi dico: non è una questione economica. Quello che interessa a Icardi è essere parte integrante del progetto Inter. Vi pare possibile che in due mesi di preparazione non abbia partecipato a un’amichevole?”.
Quali saranno i prossimi passi?
“Intanto dobbiamo aspettare che l’Arbitro accolga l’istanza. Ha cinque giorni di tempo. Penso aspetti la fine del mercato”.
Già, fino alle 22 di lunedì Icardi può cambiare casacca. Cosa succederebbe in caso di trasferimento dell’ultima ora?
“Ovviamente tutto rientrerebbe. Non ci sarebbero più le ragioni per procedere”.