Il derby vinto sabato sera ha riportato entusiasmo e autostima nella truppa di Antonio Conte, dopo aver rischiato il ritorno della depressione per il pareggio contro lo Slavia Praga. La partita con i cechi è stata senza dubbio la più brutta di questo avvio di stagione, il derby quella che ha riproposto una squadra solida, volitiva, incisiva.
Tra le due performances solo 4 giorni di distanza, pochi per sentenziare che i problemi erano solo passeggeri e che la serata di Champions deve essere trattata alla stregua di un semplice incidente di percorso. Troppo brutta l’Inter di martedì scorso, forse troppo bella per essere vera quella che ha azzannato il Milan, tra le due versioni quale è da prendere per autentica?
Lo Slavia Praga non ha talenti eccelsi, non ha individualità di spicco, gli è bastato correre molto e con grande lucidità per mettere in crisi l’Inter. Proprio ciò che non ha fatto il Milan, quasi bloccato a rimuginare sui suoi mille problemi, senza identità, senza l’impeto agonistico necessario per affrontare una squadra tecnicamente con qualche valore in più.
Ha ragione chi sostiene che alla fine la vittoria sui rossoneri non aggiunge granchè al giudizio sul momento dei nerazzurri, tanta è stata la differenza in campo. Certo, anche per i meriti indiscutibili dei nerazzurri che hanno pressato e recuperato decine di palloni sulle ripartenze degli avversari, con un centrocampo in grado di rompere e costruire, e alle spalle una difesa cui Godin aggiunge un plusvalore importantissimo, quello di una leadership di enorme autorevolezza.
Ma sbaglia chi si illude che lo Slavia Praga sia stato un semplice raffreddore passato con una tazza di latte caldo e l’aiuto dei cugini malridotti come poche altre volte. La gara di Champions deve restare ben presente come monito di difficoltà che si riproporranno presto, già fra 48 ore nel turno infrasettimanale con la Lazio, dimenticarla troppo in fretta sarebbe segnale di inutile presunzione e scarsa lungimiranza.