La partita con la Lazio ha suggerito spunti importanti per aiutare il gruppo nerazzurro a crescere, ad evitare la solita imbarcata del tardo autunno che negli ultimi anni ha rovinato partenze più che discrete. Intanto ha confermato che Godin–Skriniar–De Vrij mettono insieme un muro difensivo come non si vedeva da tempo. Un solo pallone alle spalle di Handanovic, nessuno in Europa fino ad oggi ha fatto meglio. Unico neo: nessuno dei tre segna gol straordinari nel riscaldamento come Bonucci, una grossa pecca ma Conte sta lavorando anche su questo alla Gazzetta possono starne certi.
Ironia a parte, il turno infrasettimanale ha detto anche qualcosa di meno piacevole. Ad esempio che Lautaro continua a non essere decisivo sotto porta come ci si augurava. Nessuna pressione sulle spalle del ragazzo, intendiamoci, ma l’anno scorso, alla prima esperienza in un campionato per lui nuovo in una squadra con mille problemi, aveva dimostrato una ferocia che ancora non ha ripresentato. Solo questione di tempo, senza dubbio, ma c’è bisogno di lui, del suo istinto del gol e della sua cattiveria nella zona calda dell’area avversaria.
E ha detto soprattutto che il centrocampo nerazzurro è corto. Con Sensi in panca nel primo tempo per permettere al piccolo genio di tirare il fiato, la squadra ha dimostrato difficoltà evidenti. Barella si è fatto un mazzo tanto per essere in ogni dove a fare legna, a costruire, a rompere il gioco dei laziali per ripartire, Brozovic lo stesso, ma senza avere lo scarico in verticale che Sensi sa proporre con tempi e qualità eccezionali. Vecino è altra cosa, Gagliardini pure, nessuno dei due ha nel proprio Dna l’accelerazione fulminea sulla tre quarti in grado di spaccare la linea difensiva avversaria, in proprio o con l’aiuto di Lukaku.
Ecco il problema: quando Conte si deve guardare alle spalle per cercare alternative senza abbassare il livello del gioco trova risposte parziali e tecnicamente diverse da quelle utili al suo schema. Un problema tanto più pericoloso quanto più si alza l’asticella delle difficoltà, come accadrà nelle prossime settimane con Barcaellona, Juventus e Borussia in vista.
E’ un problema di lunghezza della rosa che non è stato possibile affrontare nell’ultimo mercato ma che dovrà essere al centro delle attenzioni dello staff dirigenziale già da gennaio. I tifosi lo hanno capito, il lungo applauso che ieri sera ha accompagnato Milinkovic Savic verso gli spogliatoi al momento della sostituzione ha anche questo significato, quello di una “captatio benevolentiae” un po’ ruffiana ma ricca di sano realismo.