Sarà la coincidenza dei calendari che hanno messo la Juventus subito dopo la trasferta a Barcellona, sarà l’entusiasmo per la striscia vincente di 6 su 6 in campionato, sarà il rispetto, per non dire il timore del Camp Nou, ma a giro serpeggia un’aria strana nei confronti della partita di mercoledì. L’ha riassunta bene Fabio Caressa poco fa su Sky Sport dicendo che all’Inter non lo diranno mai, forse addirittura neanche lo sanno, ma la squadra appare più concentrata sul campionato che non sulla Champions League.
Se non lo sanno è conto, se lo sanno ma non dicono è un altro. Torna alla memoria il Napoli di un paio di stagioni fa, quando per inseguire il tricolore lasciò lo scenario europeo con una certa sufficienza, salvo poi trovarsi con un pugno di mosche in entrambe le competizioni. Un atteggiamento provinciale che non dovrebbe essere nelle corde di un’Inter che aspira a tornare nel novero dei grandi club, tantomeno a Suning, almeno vogliamo sperare.
In più il Barca di questo periodo non sembra invincibile, i suoi numeri nella Liga, soprattutto la permeabilità difensiva parlano di una squadra un po’ arrugginita, forse non più affamata come negli ultimi anni. A Conte è stata rimproverata spesso la mancanza di capacità di giostrare su più fronti, una prestazione di rilievo in un campo così prestigioso sarebbe anche una sua piccola rivincita. L’Inter tornerebbe a guardare alla qualificazione agli ottavi (e ai soldi che ne conseguono) con ritrovata convinzione, sarebbe una iniezione di fiducia e di adrenalina psicologica formidabile, anche in vista del derby d’Italia.
Dopo il big match di domenica con la Juventus sarà di nuovo sosta, e dunque tutto il tempo utile per ricostruire il bagaglio di energie psichiche e fisiche. Ecco perché ci sono tutte le condizioni per giocarsi due grandi partite contro grandi avversarie almeno a viso aperto, inseguendo due risultati che potrebbero dare una svolta enorme alla stagione nerazzurra.